Pubblichiamo un ampio estratto della lettera inviata dal presidente regionale di Federcaccia Lombardia avv. Lorenzo Bertacchi all’Assessore Fabio Rolfi in merito alla gravissima situazione che si sta profilando all’orizzonte dopo la pubblicazione dello Studio di Incidenza al Piano Faunistico Regionale:
Preg.mo Assessore Rolfi, l’esame della documentazione pubblicata sul SIVAS e inerente al Piano Faunistico desta non poche preoccupazioni per il futuro della caccia il Lombardia. La sensazione (fondata) è che le osservazioni potrebbero essere del tutto inutili: questo piano, a causa dello Studio di Incidenza che lo accompagna e lo correda, non necessita tanto di osservazioni tecniche e richieste di modifica (che comunque produrremo), ma dovrebbe farLa riflettere sulla reale opportunità di andare avanti con il procedimento. Di per sé il piano proposto si pone come un piano di coordinamento dei piani provinciali, e ci sarebbero poche cose da sistemare/integrare affinché possa presentarsi come sostitutivo delle Vinca sui calendari dei prossimi anni. Il problema è lo Studio di Incidenza.
Come ben sa lo Studio di Incidenza è il documento con cui chi propone un piano o un progetto che possa incidere sulla conservazione dei Siti di Rete Natura 2000 deve dimostrare di aver valutato le possibili ricadute (l’incidenza, appunto) della pianificazione e di aver preso sufficienti misure di mitigazione degli impatti se ritenute necessarie. È di competenza dello stesso soggetto che presenta un piano o un progetto. È ovvio che lo Studio di incidenza è strategicamente fondamentale: si tratta del documento con cui il Suo Ufficio adduce la compatibilità del piano e dell’attività da esso contemplata e disciplinata con le esigenze di conservazione dei siti di rete natura 2000. Sulla base dello Studio di Incidenza la DG Ambiente adotterà la VINCA, dopo aver raccolto i pareri degli Enti Gestori dei Siti (che possono proporre le prescrizioni ritenute opportune).
L’esito è sin d’ora scontato. Del resto, come potrebbe essere diversamente se lo stesso proponente del Piano ritiene che il suo lavoro sia inadeguato? Mi perdoni, ma perché la parte più delicata di tutta la procedura è stata affidata a ricercatori che notoriamente hanno come scopo di vita vietare la caccia? Ne è uscito uno Studio di Incidenza che si traduce in una stroncatura netta dell’attività venatoria, vista di fatto come il male assoluto, e con riferimento non solo ai siti di Rete Natura 2000, ma all’intero territorio regionale. Lo SDI di fatto boccia palesemente il piano, e detta una strada che entro poco tempo porterà alla fine della caccia in Lombardia. Per i redattori dello SDI non va bene nulla.
Non van bene le dimensioni degli ATC e dei CAC, non vanno bene le oasi esistenti, non vanno bene le ZRC, il piombo va bandito ovunque (altro che bando del piombo dalle zone umide nel 2023), i valichi non van bene, non va bene nemmeno chiudere i valichi con raggio di 1000 metri (bisognerebbe individuare tutta la cresta di valico interessata dalla migrazione e quindi la zona di mille metri a valle sui 4 lati sarebbe solo la zona minima da chiudere a tutta la caccia, dovendosi piuttosto chiudere fin dove la rotta di valico potrebbe essere disturbata dalla caccia). Non parliamo degli appostamenti fissi, che dovrebbero essere fatti sparire dalle rotte di migrazione, e per cui si propone di vietarne il rinnovo a scadenza, una volta individuate le rotte di migrazione. Il saturnismo imperversa: si va dalle tese descritte espressamente come “trappole ecologiche” in cui durante la caccia si uccidono le prede a fucilate e in cui fuori caccia il mantenimento a zona umida attirando anatidi, limicoli e trampolieri si trasformano in pozze avvelenate a causa del piombo.
Anche per le specie da eradicare si contempla tutto fuor che l’abbattimento con armi da fuoco. Si arriva a trattare del saturnismo delle beccacce perché si nutrono di lombrichi che vivono in un territorio, quello Lombardo, che ormai è una enorme distesa di pallini di piombo, dispersi dai cacciatori in anni e anni di attività venatoria. Tutto quanto è legato all’attività venatoria è male. Lo studio di incidenza sono 600 e rotte pagine contro la caccia: il che è assurdo dal momento che la caccia è ammessa in tutta Europa nei siti di Rete Natura 2000., e la normativa nazionale già dà le misure di conservazioni (minime, ma ritenute sufficienti) affinché la caccia sia compatibile con la conservazione di ZPS e ZSC.
Dallo studio si desumono un coacervo di prescrizioni che ben potranno sfociare in una Valutazione di Incidenza che comporterebbe di fatto di portare alla chiusura pressoché totale della caccia in tutto il territorio lombardo nel giro di pochi anni (non più di 10) e con ripercussioni pesanti immediate. La cosa assurda è che se è vero che il piano è stato affidato a Oikos e lo Studio di Incidenza a FLA, entrambi i documenti sono poi in realtà fatti propri e presentati dallo stesso soggetto: dal Suo Assessorato e dalla DG che fa capo a Lei.
Di fatto siete Voi stessi a presentare il piano da approvare e uno studio in cui dite che il piano non va bene. Vi invito davvero a leggere lo Studio di Incidenza, e di tenere ben a mente queste mie osservazioni. Addirittura lo Studio di Incidenza non si limita a corredare il Piano, ma di fatto lo sostituisce: riguarda tutto il territorio, anche nelle zone più lontane dai Siti di Rete Natura 2000, ai quali invero lo studio dovrebbe essere limitato. È palese e lampante che il procedimento è andato in corto circuito e in questi casi l’unica cosa fattibile è staccare la corrente e rifare l’impianto. Questo quanto meno è quello che farebbe un buon Direttore dei Lavori. Certo che si renderà conto della gravità della situazione e che vorrà prendere, con urgenza, le decisioni necessarie porgo distinti saluti. (Fonte FEDERCACCIA LOMBARDIA – CACCIAPENSIERI)