L’onorevole Barbara Mazzali, consigliere regionale della Lombardia ha riassunto la sua intervista concessa a Casa Caccia:”Non ho negato, nei giorni scorsi, gli errori fatti da Regione Lombardia nella stesura del calendario venatorio, errori che hanno poi portato alla sospensione del Tar e a tutto quanto ne è seguito e che conosciamo purtroppo molto bene.
Non ho negato le responsabilità della Giunta regionale, dicevo, e non ho avuto remore a inviare al Presidente Fontana una lettera in cui chiedevo la rimozione dei dirigenti che avevano sbagliato.
Detto questo però, il problema non si esaurisce qui, c’è molto altro. E mi riferisco agli eccessivi poteri che si sta prendendo Ispra e che non le sono dovuti. L’attività venatoria non può essere decisa da Ispra: non è il suo ruolo e non è il suo compito, eppure abbiamo sempre più l’impressione che il suo potere stia dilagando. E allo stesso modo l’attività venatoria può andare avanti con provvedimenti del Tar, sospensioni, riaperture, udienze e decisioni dei giudici. Le competenze sono delle Regioni e lì devono tornare. Le Regioni devono avere la possibilità di decidere i calendari venatori, senza intrusioni e pressioni. Invece negli ultimi anni stiamo assistendo a un iter che non va bene: le Regioni decidono, ma poi interviene Ispra, che invece di coadiuvare si impone.
Dobbiamo ricordarci che i suoi pareri sono obbligatori ma non vincolanti. Ecco, questo non è più accettabile ed è addirittura illegittimo. Ognuno deve tornare a fare il proprio lavoro. Ispra consiglia e Regione decide. Quando Ispra venne in commissione agricoltura per essere ascoltata durante le audizioni, ricordo che incalzai con le domande i rappresentanti che erano intervenuti e ricevetti risposte parziali o non suffragate da evidenze scientifiche. Questo per dire che questo Ente dello Stato è apparso a tutti non super partes, come dovrebbe essere, ma politico: da anni sta mettendo in grave difficoltà tutto il settore venatorio italiano con danni anche economici al mondo dell’industria, dell’artigianato e del commercio.
Complice un clima ostile al nostro mondo e una società sottomessa all’ideologia animalista, Ispra si è arrogato poteri che non ha. E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il Ministero deve dire parole chiare su questo e deve far rientrare nei ranghi delle sue competenze il suo Ente. E contemporaneamente le Regioni devono svincolarsi, senza timore di ripercussioni: noi siamo nel solco della legge e non dobbiamo arrenderci a chi ne esce”.