Come ricordato dall’associazione venatoria Arci Caccia, sono stati rinviati a giudizio 8 tra amministratori e tecnici di Provincia e Atc di Brescia a causa di irregolarità nella gestione del piano di controllo del cinghiale, che sembrerebbe tra l’altro mancante delle necessarie autorizzazioni Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Purtroppo l’esito era scontato – ha dichiarato il Presidente di Arci Caccia Lombardia Ivan Moretti – le sentenze dei Tar e del Consiglio di Stato, che già si sono espressi su altre regioni, parlano chiaro: per l’art 19 della legge 157/92 il controllo della fauna selvatica non compete ai cacciatori. Occorre quindi una modifica di legge in tempi rapidi, perché fino ad allora, ogni cacciatore impegnato a vario titolo nelle attività di contenimento della fauna selvatica lo fa a proprio rischio.