Che semplicemente ponendo dei controlli automatici della velocità, si spera che l’automobilista rallenti e quindi abbia eventualmente la possibilità di frenare alla vista di un cinghiale. “Non scherziamo!”. Esordisce Trezzi. “Prima di tutto va ricordato che l’impatto con un animale di tali dimensioni, già a 50 km all’ora, può provocare danni serissimi, figuriamoci su strade extraurbane e autostrade, dove i limiti sono più alti. È chiaro che in questo caso anche rispettandoli, il guidatore corre un gravissimo pericolo.
Altri punti del documento, che però non ho avuto occasione di leggere in modo approfondito, poiché non è ancora in nostro possesso, parlerebbero di realizzare dossi e recinzioni sulle strade. Va da sé che si tratta di una soluzione impraticabile, anzi di una non soluzione. Non è una risposta al “problema cinghiali”, che noi agricoltori abbiamo più volte segnalato e che come ben si sa crea moltissimi disagi, non soltanto alla sicurezza stradale”. La preoccupazione dei coltivatori si è particolarmente acuita negli ultimi mesi perché secondo i dati da loro raccolti, una tale quantità di cinghiali sul territorio sarebbe senza precedenti e avrebbe pesanti ripercussioni sull’ecosistema delle nostre terre.