«Di fatto, rendiamo la caccia possibile tutto l’anno. Per questo dei cacciatori, soprattutto del loro ruolo di contenimento, abbiamo un assoluto bisogno». L’assessore regionale della Lombardia all’Agricoltura Fabio Rolfi dà le cifre degli ultimi abbattimenti di cinghiali: 185 in un mese e mezzo, da giugno a venerdì scorso. Cifre importanti, che danno un’idea della determinazione con la quale la Regione Lombardia con la giunta di Attilio Fontana sta affrontando un problema di portata eccezionale in tutto il Varesotto, visti gli ungulati in crescita esponenziale e soprattutto sempre più presenti anche sul territorio urbano. Un pericolo per le persone e un danno per le coltivazioni, oltre che per prati e giardini.
Così non resta che intervenire con gli abbattimenti, una misura sollecitata dagli esperti, e che solo pochi giorni fa anche il presidente provinciale di Coldiretti Ferdinando Fiori aveva sostenuto. In circa 40 giorni sono stati 51 i capi abbattuti nell’ambito territoriale di caccia 1, 126 nell’Atc 2 e 8 nel Cac (Comprensorio Alpino di Caccia) Nord Verbano, per un totale appunto di 185. «Sono una buona cifra – commenta Rolfi – ma si tratta di caccia di selezione, che potrà arrivare fino a 500 animali (suddivisi in 130 nell’Atc 1 Prealpino, 250 nell’Atc 2 Valli del Ticino e dell’Olona, 20 nel CA Nord Verbano. Ad essi si aggiungono altri 100 capi in controllo, ndr).
Alla caccia di selezione da novembre a fine anno nella zona Pedemontana si aggiungeranno altri abbattimenti perché comincerà il periodo della caccia collettiva, nella modalità della “braccata”, il che farà salire il numero ulteriormente». L’obiettivo dichiarato è ricondurre la popolazione di cinghiali a un livello tollerabile per i territori.
caro Assesore la provincia di Como è sempre prima nella classifica degli abbattimenti!!!
E’ la provincia di Brescia che mi sembra un pò indIetro o mi sbaglio?
cordialità