Il giorno 11 maggio inizieranno a Milano in Consiglio Regionale i lavori per la legge di semplificazione 2021, strumento legislativo che dovrebbe, nelle intenzioni della norma, provvedere a semplificare le leggi lombarde. E’ un appuntamento annuale che diventa occasione per numerosi consiglieri per provare a semplificare e chiarire i passaggi di molte leggi. In VIII Commissione, in preparazione dei lavori dell’aula consiliare, verranno discussi gli emendamenti presentati da numerosi consiglieri regionali di maggioranza e minoranza alla legge sulla caccia, la 26/93.
Gli emendamenti sono una quarantina, alcuni condivisibili, altri meno, alcuni utili altri assolutamente da evitare, ma per valutarne la liceità e la costituzionalità verranno vagliati dall’apposita Commissione Regionale. Non ci sembra il caso di entrare nello specifico di quanto presentato, riteniamo più utile esaminare quelli che verranno licenziati dalla Commissione; gli argomenti sono i più disparati, si va dalle distanze dalle ciclabili a sanzioni più severe per chi pratica la posta alla beccaccia e al beccaccino, alla questione anellini alla cessione della carne di ungulati proveniente dalle operazioni di controllo eseguite dalle Polizie Provinciali a molto altro.
Gli emendamenti sono tanti, forse troppi ma è una prerogativa di ogni consigliere portare le proprie proposte, alcune delle quali, come quelle presentate dal consigliere leghista Floriano Massardi e dalla consigliera Barbara Mazzali di FdI sono state discusse e condivise con le Associazioni Venatorie, altre sono arrivate direttamente in Commissione, specialmente quelle presentate dalle forze di minoranza. Sicuramente però ci corre l’obbligo di fare alcune considerazioni. Alcuni emendamenti sono importanti e condivisibili e cercano seriamente se non di semplificare per lo meno di migliorare la nostra Legge Regionale 26/93: pensiamo alla proposta di istituire una sanzione amministrativa importante a chi preleva beccaccia e beccaccino alla posta, sanzione che prevede il ritiro del tesserino per un anno se in recidiva. Si tratta di una richiesta di gran parte del mondo venatorio.
Altri emendamenti invece rispondono alla volontà di voler dare chiarimenti e soluzioni a tutta una serie di interpretazioni e circolari sia degli UTR provinciali che delle forze di polizia impegnate nei controlli. Ha senso fare una modifica di legge per chiarire che coloro che fanno una battuta alla lepre non devono essere assimilati alla caccia in forma collettiva al cinghiale e che quindi non devono avere copricapo e giubbino ad alta visibilità ma solamente un capo di vestiario ad alta visibilità? In una situazione normale sarebbe sufficiente una circolare del responsabile dell’Ufficio caccia di Milano per chiarire la non corretta interpretazione che lo scorso anno ha portato ad elevare un paio di verbali ai presunti contravventori. Di esempi similari ce ne sarebbero altri, ma ripetiamo, preferiamo commentare gli emendamenti che realmente andranno in Consiglio Regionale.
Sicuramente ci aspettiamo che venga affrontata la questione anellini dei richiami vivi: preso atto che i tre quarti dei sigilli hanno dimensioni fuori dalle tolleranze indicate dalla FOI, come ha dimostrato lo studio promosso da Federcaccia Brescia, noi avanziamo un’unica richiesta: che venga trovata una soluzione, non ci interessa quale, ma che venga trovata, perché gli anellini sono stati forniti a migliaia di cacciatori che li hanno messi a decine di migliaia di richiami vivi. I mezzi di informazioni sobillati dalle solite associazioni animaliste hanno ricamato di tutto e di più su questa nostra richiesta che a noi sembra semplicemente doverosa per chi ha ricevuto un sigillo errato e rischia di essere sanzionato per una negligenza altrui.