Erano oltre 700 ettari di territorio cacciabile che la Regione Lombardia aveva tolto alla competenza del Comprensorio Alpino Prealpi Bergamasche, affidandoli al WWF, chiamato a gestire l’accesso di 20 fortunati cacciatori soci del Comprensorio per provvedere ad effettuare un piano di abbattimento di 400 cinghiali. La Regione aveva anche generosamente abolito il contributo previsto dal Comprensorio per il prelievo dei cinghiali oltre a quelli compresi nella quota di iscrizione alla specializzazione di caccia. Di fatto la Regione, richiamando anche il Piano Faunistico vigente ha Bergamo, ha fatto una enorme confusione e commistione tra caccia e controllo faunistico. Ora il TAR nell’ordinanza cautelare, ha in gran parte accolto le tesi difensive del Comprensorio Alpino, rimettendo le cose in ordine, almeno fino a dicembre:
1) innanzitutto ha riconosciuto che gli atti di pianificazione venatoria e gli atti di pianificazione del controllo sono atti di competenza di enti diversi, e la Regione non può trasformare gli atti di pianificazione venatoria di competenza dei Comprensori alpini in suoi atti di controllo faunistico;
2) inoltre ha riconosciuto che in nessun caso, nemmeno tramite Valutazione di Incidenza, le competenze amministrative possano essere modificate, cosicché la gestione dell’attività venatoria in territorio cacciabile è materia che non può essere affidata al WWF quale gestore di una Zona Speciale di Conservazione, soprattutto per le aree che non ricadano in un parco vietato alla caccia e gestito ai sensi della legge sui parchi.
Il Comprensorio Alpino di caccia contestava anche il fatto che l’UTR di Bergamo avesse sostenuto che i pareri dell’Ente Gestore della Valpredina resi all’interno della procedura di VINCA sul calendario 2021/2022 fossero da ritenersi recepiti anche dove non imposti come disposizioni nel decreto di VINCA della Regione. E grazie a questa “furbata” dell’UTR di Bergamo, il TAR è stato trascinato dalla Regione a dare ai pareri del gestore del sito un peso che va ben oltre le Linee Guida Nazionali sulla Valutazione di Incidenza. Ora dobbiamo sperare che nella sentenza definitiva (la discussione del ricorso sarà a dicembre) anche questo aspetto trovi una sistemazione, ma siamo curiosi di vedere quale sarà la difesa della Regione. Perché grazie alla pervicacia di andare contro le legittime competenze di un Comprensorio Alpino di Caccia e pur di affidare la caccia al WWF, che nemmeno l’aveva chiesta, gli uffici regionali, non smentiti dall’avvocatura, hanno di fatto sostenuto che i pareri degli Enti Gestori sono accolti anche quando sono respinti! Una spettacolare forzatura!
Prima di arrivare a questo punto la Regione in realtà ha avuto un mese di tempo per sistemare le cose: il Comprensorio Alpino infatti ha presentato all’UTR di Bergamo, alla DG Agricoltura di Milano e all’Assessore Rolfi un’istanza di annullamento e ha atteso un mese prima di notificare il ricorso al TAR. Ma il giorno dopo aver notificato il ricorso, la Regione ha respinto l’istanza, sostenendo anche di intendere recepiti i pareri degli enti gestori a prescindere dall’effettivo recepimento, confondendo “pareri obbligatori” e “pareri vincolanti”.
Peraltro l’aspetto dei pareri era del tutto marginale perché trattavano altre questioni, l’uso del divieto del piombo e il divieto di caccia collettiva, ma pur di dare torto ai cacciatori , o di accontentarne 20, la Regione ha deciso di dare un colpo di grazia a tutti i settori: tutti quanti dovranno sottoporre a Valutazione di Incidenza un’iniziativa, dalla ristrutturazione di un edificio all’ampliamento di un impianto produttivo, dal piano cave alla realizzazione di un impianto fotovoltaico, sino a qualunque iniziativa, piano o programma che possa avere incidenze su un sito di Rete Natura 2000, compresi i PGT dei Comuni, ma per decisione degli Uffici Regionali saranno tutti ostaggio dell’Ente Gestore di turno di un sito posto anche a Chilometri di distanza, senza poter fare affidamento sulla supervisione imparziale di un ente pubblico. E per cosa?
Solo per poter dire che gli uffici regionali possono infischiarsene delle prerogative dei Comprensori Alpini; che gli uffici, anche senza la necessaria professionalità, possono modificare i piani di gestione per i quali costringono il Comprensorio a spendere migliaia e migliaia di euro all’anno (perché per fare il piano di gestione il Comprensorio deve rivolgersi a un tecnico Faunistico professionista); il tutto solo per gestire la caccia con il WWF. (Fonte FEDERCACCIA BRESCIA – CACCIAPENSIERI)