Dopo più di 3 anni di stop, ora i cacciatori potranno tornare ad aiutare le guardie provinciali nelle azioni di controllo del cinghiale in Lombardia. L’articolo n°20 della legge di revisione normativa ordinamentale approvato ieri in Consiglio regionale introduce per la Polizia provinciale l’obbligo e non più la sola facoltà di avvalersi degli operatori volontari specificatamente formati e abilitati nell’esecuzione dei piani di abbattimento delle specie più invasive. “Servono misure drastiche per fronteggiare un’emergenza sempre maggiore che sta causando danni ingenti agli agricoltori e in alcuni casi costituisce anche una minaccia per l’incolumità e la sicurezza delle persone -sottolinea il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi.
Prevenire è sempre meglio che curare e costa molto meno: l’ammontare dei costi per i danni causati dai cinghiali è in continuo aumento e ricade sulle tasche dei Comuni e dei cittadini, senza che questi ne abbiano responsabilità alcuna”. All’interno della legge di revisione normativa ordinamentale, è stato approvato anche un articolo che autorizza la stipula di specifici accordi di collaborazione per ottimizzare la gestione e il funzionamento degli ambiti territoriali di caccia, condividendo servizi e personale e facilitando così le operazioni di contenimento e abbattimento dei cinghiali.
“Si tratta di una decisione forte della Regione, che ha deciso di far rompere gli indugi ai corpi di Polizia Provinciale –spiega il Presidente di Federcaccia Lombardia Lorenzo Bertacchi. Nonostante sia stata chiarita dalla Corte Costituzionale la piena legittimità del ricorso a personale appositamente formato con esame regionale da parte della Polizia Provinciale negli interventi di contenimento extravenatorio, in molte province non si coinvolgevano gli operatori, pur a fronte di organici troppo esigui per intervenire efficacemente. Il controllo è necessario laddove non sia possibile esercitare la caccia, già autorizzata ormai tutto l’anno al cinghiale”.