E’ una insolita procedura quella adottata dall’Assessorato Regionale alla Caccia, prima chiede ad ISPRA il parere su un bozza molto articolata di Calendario Venatorio Regionale poi. ricevuta una risposta estremamente penalizzante per la nostra Regione. chiede alle Associazioni Venatorie il loro parere su come districarsi dal pasticcio creato. Come ARCI-Caccia non intendiamo dare suggerimenti ai tecnici faunistici degli uffici regionali i quali, ricevuti corretti indirizzi politici, sono in grado da soli di redigere un Calendario rispettoso della 157/92 comprensivo delle innumerevoli sfaccettature che i programmi di gestione degli ATC e CA richiedono. Però ci auguriamo che la VINCA, alla quale quel Calendario sarà sottoposto non venga affidata allo stesso Studio che ha valutato la bozza del Piano Faunistico Venatorio Regionale.
In questo momento non vogliamo nemmeno cimentarci con i criteri “tecnico-scientifici” derivanti dai Key Concept e dai quali ISPRA ricava le sue elucubrazioni per giustificare una forte riduzione di tempi e specie per i prelievi di selvaggina migratoria, dato che contro questi è già in atto una forte opposizione da parte delle Associazioni Venatorie nazionali presso i Ministeri competenti ed a livello europeo. Una cosa però vogliamo che sia chiara: quello di ISPRA più che un parere tecnico è un programma politico che punta a modificare in modo consistente i cardini su cui si regge la L. 157/92. Questa legge, che da 30 anni regola la gestione faunistica in Italia, è stata il frutto di mediazioni, soprattutto sulle date di apertura e chiusura dell’attività venatoria, che tengono conto della conformazione geografica del Paese e delle differenze climatiche esistenti tra le Regioni.
Diciamo chiaro che noi l’apertura alla terza di Settembre e la chiusura a fine Gennaio le riteniamo irrinunciabili. Se poi si considera l’imprevedibilità degli attuali andamenti climatici stagionali, cavillare sulla differenza di una decina di giorni per quanto riguarda l’apertura alla “stanziale” e ad alcune specie migratorie come il bottaccio (dalla terza Domenica di Settembre al prima di Ottobre) periodo durante il quale nella maggior parte degli ATC della Lombardia, ed in tutti i comprensori alpini, la caccia o è ancora chiusa o fortemente limitata dai programmi di gestione, ci sembrano più un pretesto anticaccia che la volontà di tutelare la fauna selvatica.
Ad oggi non sappiamo quali saranno i pareri che ISPRA emetterà sui Calendari di altre Regioni, ma pensiamo che non potranno discostarsi da quello formulato per la Lombardia, pertanto invitiamo la Giunta Regionale a porre la questione all’interno della Conferenza Stato Regioni e con l’apporto dei Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente si giunga a scelte uniformi su tutto il territorio nazionale (Il Presidente Regionale di Arci Caccia Lombardia – Ivan Moretti).