Finalmente una grande manifestazione, pacifica e civile, senza alcun momento di criticità: ci voleva per far sentire alla politica regionale la nostra presenza e il nostro disappunto per come è stata gestita e affrontata la questione che ha portato alla sospensione della caccia in Lombardia. Più di tremila persone hanno aderito a questo evento organizzato e voluto dal movimento “Io sono cacciatore” creato da alcuni ragazzi bresciani. Ci è sembrato fuori luogo come Dirigenti Regionali “mettere il cappello” su una manifestazione non organizzata dalle associazioni venatorie come purtroppo alcuni Dirigenti di altre sigle hanno tentato di fare (senza molto successo per la verità) e continuano a fare con articoli sui giornali più o meno suggestivi intitolandosi il merito del successo.
La realtà è che i veri problemi non si risolvono con improvvisati comizi al megafono né tentando in modo sfacciato di salvare la poltrona dell’attuale assessore solo perché vicino al loro modo di intendere la politica. Non basta chiedere, come scusante, l’azzeramento dei quadri direttivi della Direzione Agricoltura e Caccia. E non basta proclamarsi vincitori se non c’è una strategia comune che porti finalmente sul tavolo di discussione i punti qualificanti che devono essere affrontati e risolti dal mondo venatorio.
Se non lasciamo perdere personalismi e divisioni ci troveremo senz’altro tra non molto a fronteggiare una sfiducia sempre più marcata nei confronti delle associazioni già peraltro palesata in questi giorni. E non volendo affrontare la realtà significherebbe dar ragione a quel vecchio detto inglese: se non vedo il bosco la colpa è degli alberi (Fonte: Arci Caccia Lombardia).