L’Avvocatura della Regione Lombardia ha spento presto l’iniziale entusiasmo. In effetti, nonostante le aperture formali, giuridiche e tecniche, l’applicabilità è stata ritenuta impossibile a causa dei tempi, più precisamente soltanto tre giorni lavorativi. Sono state chieste memorie legali e soprattutto dati scientifici e ricerche a supporto della delibera per la caccia in deroga, negata ancora una volta nella sua applicazione in senso pratico.
Secondo i Cacciatori Lombardi questa situazione dipende dalla mancanza di volontà politica nell’affrontare e risolvere la situazione, la quale si trascina ormai da anni. Per ACL, inoltre, la scelta odierna peserà in modo determinante sulle scadenze elettorali lombarde, nello specifico le Regionali del 2018. Il comunicato si conclude in questa maniera: “Anche il cittadino-cacciatore che sarà chiamato alle urne trarrà le sue opportune conclusioni su ciò che non è stato fatto, in particolare per le cacce tradizionali“.