La proroga decisa dalla Regione Veneto per quel che riguarda il divieto di caccia in provincia di Belluno ha portato l’immobilismo delle doppiette fino al prossimo 29 novembre. La decisione è stata presa in seguito al maltempo che ha colpito queste zone: nello specifico, si tratta dei comuni di Canale d’Agordo, Colle di Santa Lucia, Gosaldo, Livinallongo del Col di Lana, Rivamonte Agordino, Rocca Pietore, Taibon Agordino e Voltago Agordino, Auronzo di Cadore, Perarolo di Cadore, Lorenzago di Cadore, San Pietro di Cadore, Vigo di Cadore e Pieve di Cadore.
Tra l’altro, i cacciatori non potranno imbracciare il fucile anche a causa delle operazioni che vengono svolte in questo periodo per la ripulitura dei boschi. Oltre al prolungamento della data temporale, non si deve dimenticare nemmeno la fascia di rispetto e di sicurezza che è pari a 500 metri in relazione alle aree colpite dalle avverse condizioni meteorologiche. Alla Provincia di Belluno è riconosciuta la facoltà di proporre eventuali ulteriori restrizioni alla pratica venatoria, da recepire con un successivo decreto del presidente della Giunta regionale.
Il presidente della Regione dà, inoltre, facoltà ai Sindaci di disporre, con propria ordinanza, ulteriori divieti temporanei all’esercizio della caccia – anche in ampliamento alle aree individuate con il decreto odierno – dove sia necessario garantire adeguata sicurezza agli operatori impegnati nelle operazioni di abbattimento tronchi, rimozione, ripristino della viabilità e dei collegamenti comunali.