Castagneto Carducci, piccolo comune in provincia di Livorno che è noto proprio per aver ospitato Giosuè Carducci da bambino, è la località in cui si è svolta una affollata assemblea della Confederazione Cacciatori Toscani, appuntamento molto atteso per discutere della nuova legge obiettivo che nella regione prevede di contenere gli ungulati. L’aggettivo “affollato” non è una esagerazione, visto che, come si legge nel comunicato ufficiale, le centinaia e centinaia di cacciatori intervenuti hanno fatto aprire un cinema per adeguare la capienza e consentire la partecipazione di tutti. Marco Remaschi, assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, e Gianni Anselmi, presidente della Seconda Commissione “Agricoltura e Ambiente”, hanno avuto la possibilità di conoscere e approfondire molti punti di vista, posizioni e proposte sull’argomento.
In particolare è emerso un sentimento, cioè il disagio profondo dei cacciatori per quel che riguarda la situazione attuale, oltre a una insofferenza nei confronti delle posizioni animaliste, ma anche lo spirito costruttivo con cui è stato seguito l’intero percorso della legge appena approvata. L’obiettivo di questo testo è stato ribadito più volte nel corso dell’assemblea, cioè il riequilibrio totale delle presenze faunistiche sul territorio, un traguardo che però ha bisogno dell’impiego delle modalità efficaci, della valorizzazione dell’esperienza del mondo venatorio e l’assegnazione di ruoli, funzioni e scelte precise agli Ambiti Territoriali di Caccia.
Ecco perché è stato chiesto a gran voce di valorizzare le squadre di caccia al cinghiale, già attive da tempo nella prevenzione e nella tutela delle colture agricole e dell’ambiente, non solo nelle aree che sono loro assegnate per la pratica venatoria. I cacciatori toscani hanno sottolineato come la legge obiettivo abbia accolto solamente in parte le proposte e le considerazioni della confederazione. Non esiste inoltre al momento la preoccupazione per un possibile sabotaggio dell’applicazione delle norme appena varate, più che altro si rischia che l’impegno dei cacciatori venga vanificato nel concreto: la conseguenza più immediata sarebbe una politica economica degli ATC meno efficace e robusta, con esborsi di denaro crescenti a fronte dei danni subiti.
Gli esponenti della CCT hanno evidenziato inoltre il bisogno di una gestione e di un disegno che siano più organici, in modo da amministrare la fauna e il territorio. Quest’ultimo andrebbe monitorato con attenzione, con verifiche graduali e progressive nel corso dei mesi, soprattutto per quel che riguarda i piani attuativi. La richiesta esplicita alla Regione Toscana è quella di apportare le correzioni necessarie al piano nel caso si presentasse l’eventualità in corso d’opera. La costruzione di un soggetto unico che rappresenti tutti i cacciatori toscani è molto più di una ipotesi.