Caccia in Lituania: Il racconto di Andrea che ha provato per la Lituania amore a prima vista. Oggi è la sua casa e la sede del suo sogno ad occhi aperti.
Sono cacciatore, sono cinofilo, sono appassionato di boschi e campagne. E’ per questo che vent’anni fa, dopo un bellissimo viaggio in Lituania ho deciso di abbandonare l’Italia, e di trasferirmi in quella che ad oggi considero casa. Eravamo in tre, ma solo io ho avuto il coraggio di mollare tutto, posto di lavoro, fidanzata e vita ben avviata: i boschi mi hanno chiamato e io non sono riuscito a resistere al loro fascino. Qui è da vent’anni che vivo il mio sogno venatorio e cinofilo, che sono riuscito a realizzare fin da subito: d’altronde gli ostacoli erano davvero irrisori e la mia determinazione ha fatto il resto. Oggi sono allevatore, ma anche cacciatore e quando posso passeggio in compagnia dei miei animali fra i boschi, immerso nel silenzio e nelle speranze per il futuro. Ho fin da subito intuito che le differenze fra Lituania e Italia erano notevoli e tutte le volte che i miei amici vengono a trovarmi per belle e appaganti battute di caccia, le faccio notare anche a loro.
Le differenze che vent’anni fa mi saltarono per prime agli occhi erano quelle ambientali: climi e boschi diversi impongono agli animali comportamenti completamente diversi. Il clima in Lituania è leggermente più freddo e ciò comporta che le date di apertura della caccia (specie alla beccaccia, il mio selvatico preferito), siano diverse. Qui si aprono le danze il primo di settembre e si ripongono i fucili il primo di dicembre. Inoltre per via del clima ma anche per via della conformazione dei boschi, la beccaccia in Lituania nidifica, e osservarla in ogni fase della sua vita è una vera e propria gioia. Passeggiando lungo queste infinite distese di alberi alti e fitti te ne rendi conto subito: il terreno è solo lievemente ondulato, i boschi sono ricchi d’acqua e le betulle, gli abeti, i pini, gli ontani e le querce regalano al dintorno un’atmosfera irreale.
Ma le differenze non si fermano qui, e Alberto, il mio più caro amico d’infanzia che mi ha raggiunto questo autunno per un mesetto di puro divertimento se n’è potuto accorgere facilmente. Aveva qualche problemino con il suo cane, che non riusciva proprio a risolvere. “Vieni a trovarmi” gli ho detto. “Qui potrai studiare tutti i comportamenti di Esther, dall’inizio della caccia, alla fine”. Non mi ha creduto, ma dopo qualche settimana mi ha raggiunto. Alberto lo sa, non invento storie, e anche questa volta ne ha avuto conferma. I nostri boschi sono infatti in terreni piani, al massimo leggermente ondulati, niente a che vedere con gli intrighi italiani, faticosissimi seppure bellissimi. La conformazione del terreno lo ha aiutato ad osservare il comportamento di Esther, mettendone a nudo i limiti ma anche i grandi pregi. Valutare l’azione del cane nella sua interezza e giudicarne l’aspetto venatorio ma soprattutto funzionale del cane non ha davvero prezzo. Si è concluso che Esther non ha alcun problema quando caccia da sola: a distrarla è il cucciolo che Alberto si porta dietro, un po’ troppo esuberante. Esther è stata in grado di sfruttare il vento a suo favore, tenere il ritmo di caccia, ha dimostrato ottime qualità in fase di galoppo, il suo portamento è niente male, ha presentato sufficienti doti (con qualche difficoltà è vero, ma l’ambiente era nuovo) nelle prese di punto, ma è stata infallibile nelle ferme, nelle accostate e nelle guidate. “Che altro pretendi da questo cane?” gli ho chiesto “Che spari al posto tuo”. Lui ha riso senza dire altro, pare che anche ad Esther la Lituania non sia dispiaciuta per niente. Credo che Alberto abbia capito il valore dell’osservazione del proprio cane: oggi conosce un po’ meglio. D’altronde io reputo sia importante non solo che il cane trovi il selvatico, ci consenta di spararlo e ce lo riporti: è importante che il cacciatore possa capire il meccanismo che lo porta a questi eccellenti atteggiamenti, di modo che i problemi possano essere corretti qualora si verifichino.
Non si creda comunque che il cane in Lituania fatichi di meno per via dei terreni pianeggianti. La conformazione del territorio obbliga i segugi ad allungare spesso, e i fondi morbidi premiano solamente i cani con spalle allenate. Insomma il cane si diverte di più ma si stanca parecchio, per cui consiglio ai miei amici che vogliono venire a trovarmi di portar con sé cani allenati dei quali è sempre meglio non abusare troppo. D’altronde si tratta di territori nuovi, difficili e faticosi, che possono essere letti anche come un vero e proprio aiuto per il cane e per il cacciatore a progredire verso il miglioramento. Alberto, durante il mesetto trascorso in Lituania ha fatto di tutto per andare a caccia di sua maestà la beccaccia: qui nidificano, e si dimostrano animali che è facile individuare ma piuttosto difficile avvicinare. Basta un non nulla perché ti saluti con un battito d’ali, strappando non poche bestemmie al mio caro Alberto. Il segreto è quello di avere cani esperti e compagni di caccia particolarmente silenziosi, altrimenti tanto vale stare a casa a fare un bel barbecue. La tecnologia non ti aiuta più di tanto: bisogna piuttosto avere pazienza e tanta passione.
Arrivato durante il primo periodo della caccia alla beccaccia (dal primo di settembre fino al primo di ottobre) si è reso subito conto che il bosco era parecchio infogliato e che era possibile cacciare esclusivamente la beccaccia pastarola: insomma le condizioni più difficili di caccia, ma entrambi siamo piuttosto esperti e sapevo che ce la saremo cavata dignitosamente. Chi invece vuole vivere condizioni di caccia più “easy” deve raggiungere la Lituania durante il periodo di passo: il numero di incontri aumentano notevolmente e l’entusiasmo del passo rende tutto più semplice. E’ comunque bene ricordare che in Lituania la beccaccia si comporta in maniera diversa rispetto ad altre zone, vai a capire perché: tanto per cominciare la senti raramente volare, di rado le puoi osservare fare le famose L e te le trovi dove meno te le aspetteresti. Sono elementi importanti da prendere in considerazione prima di partire, tanto per non essere colti alla sprovvista.
Insomma un vero e proprio paradiso per cani, selvatici ma anche per cacciatori ma che è bene ricordare, completamente differente da quello italiano. Rispettarlo è un obbligo di tutti per preservarlo e regalarlo nel miglior modo possibile ai nostri figli.