La specie è dunque alloctona e provoca impatti piuttosto rilevanti sulla biodiversità, soprattutto nei contesti insulari. L’Istituto ha poi evidenziato l’impatto che i mufloni hanno su 189 specie a rischio di estinzione, senza dimenticare i danni alle specie vegetali e agli habitat naturali. L’eradicazione è prevista dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità, anche se in Italia esistono delle eccezioni, vale a dire quella del muflone sardo, definito parautoctono nel 2015 (vuol dire che è stato introdotto prima del ‘500).
Come si legge nella nota dell’ISPRA, poi, l’abbattimento dell’animale è consentito anche all’interno dei parchi per ricomporre gli squilibri ecologici: il Parco dell’Arcipelago Toscano è un parco nazionale, di conseguenza non è necessaria nemmeno la valutazione tecnica dell’istituto. Riguardo alle alternative, infine, non esistono mangimi sterilizzanti in grado di realizzare un controllo non cruento, mentre il trasferimento in Sardegna e Corsica deve essere reso necessario da obiettivi di conservazione.