L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha ricevuto nelle ultime settimane diverse proposte per quel che riguarda il controllo del muflone all’Isola d’Elba, per la precisione nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Ora ha deciso di chiarire la questione. L’ISPRA ha ricordato come l’origine di questa popolazione dipenda dalle immissioni a scopi venatori che sono state realizzate negli anni Ottanta.
La specie è dunque alloctona e provoca impatti piuttosto rilevanti sulla biodiversità, soprattutto nei contesti insulari. L’Istituto ha poi evidenziato l’impatto che i mufloni hanno su 189 specie a rischio di estinzione, senza dimenticare i danni alle specie vegetali e agli habitat naturali. L’eradicazione è prevista dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità, anche se in Italia esistono delle eccezioni, vale a dire quella del muflone sardo, definito parautoctono nel 2015 (vuol dire che è stato introdotto prima del ‘500).
Come si legge nella nota dell’ISPRA, poi, l’abbattimento dell’animale è consentito anche all’interno dei parchi per ricomporre gli squilibri ecologici: il Parco dell’Arcipelago Toscano è un parco nazionale, di conseguenza non è necessaria nemmeno la valutazione tecnica dell’istituto. Riguardo alle alternative, infine, non esistono mangimi sterilizzanti in grado di realizzare un controllo non cruento, mentre il trasferimento in Sardegna e Corsica deve essere reso necessario da obiettivi di conservazione.