“Purtroppo, da quando per legge nazionale si è stabilito che la Nutria sia un animale “nocivo”, in Italia ne sono stati sterminati migliaia di innocenti esemplari – spiegano gli animalisti -. L’associazione Clama, assieme a Essere Animali, già nel 2015 presentò al Comune di Ravenna un’interrogazione per chiedere di fermare l’ordinanza che le condannava a morte”. Per fare chiarezza le associazioni sottolineano che la nutria “è un animale timido e affatto aggressivo, erbivoro e con molti predatori naturali (volpi, cani, rapaci diurni e notturni, ecc.). La nutria non porta Leptospirosi”. Oltre a ciò, gli animalisti sostengono che “la nutria non causa danni alle infrastrutture: al contrario, può risultare utile in quanto bonifica l’ambiente paludoso e controlla la vegetazione invasiva nei corsi d’acqua. A tutt’oggi non esistono dati certi sulla reale costituzione delle tane, che comunque non sono mai più lunghe di 2/3 metri, e i pochi articoli scientifici mostrano pareri e dati discordanti.
Quello che è vero invece, è che se i consorzi di bonifica non effettuano una buona manutenzione, in caso di maltempo e forti precipitazioni gli argini si indeboliscono creando cedimenti spontanei”. “Peraltro, è stata ormai dimostrata l’inutilità degli abbattimenti: lo stesso Ispra ha dichiarato l’impossibilità di eradicare la nutria; ora si parla solo di contenimenti. Gli interventi di rimozione parziale rischiano, però, di destrutturare le popolazioni inducendo sostanziali alterazioni a livello demografico (a favore di classi d’età più giovani e femmine) e creando le condizioni per un successivo incremento della capacità di crescita delle popolazioni per reclutamento ed immigrazione dalle zone vicine.
Tali pratiche arrecano inoltre notevole disturbo alla fauna locale, soprattutto qualora si agisca nell’ambito di aree protette o parchi. Per tutti questi motivi – concludono le associazioni – appoggiamo e sosteniamo assieme a Lav Bologna la loro proposta al Comune di Ravenna di un piano di sterilizzazione e rilascio nella zona del Parco di Teodorico, forte già del successo di un progetto analogo presso Castello d’Argile attuato grazie a delibera comunale, dove in un parco cittadino sono stati sterilizzati già circa dieci esemplari, con una popolazione residente che non aumenta né si disperde” (Ravenna Today).