Caccia giovane
Sette del mattino, oggi non sono lungo quella lanca ad anatre. Oggi c’è la giornata Caccia giovane, l’appuntamento è alle 8.00 e me la prendo comoda. Un messaggio però mi fa scattare: è Paolo, il “boss”. “Sono a Lodi, sveglia!”. Ma porca paletta! Mi vesto, faccio sporcare i cani e via come un fulmine. Arrivo alle 7.45, ma tanto dobbiamo aspettare i ritardatari… Al bar sembra che i cornetti al caldo siano più invitanti dei fagiani lungo le umide sponde dell’Adda, ma Gianguido, il “caccino”, ci ricorda il motivo per cui siamo lì. Ci spostiamo in carovana, sembriamo i furgoni delle prove di grande cerca, e puntualmente qualcuno rimane infangato. Ma le prodezze della Panda 4×4 unita alle gesta del giovane montanaro trentino Matteo tramutano un problema in risata. Intanto l’altro gruppo, già esperto della zona, comincia a cacciare. Noi ci dividiamo in tre gruppi: i bergamaschi, i parmensi col “boss” e la coppia improbabile, ma con molte cose in comune: un pugliese trapiantato tra le nebbie cremonesi e un trentino che nella sua vita ha visto più cervi che fagiani. Si parte! Sono ormai le nove tra una “bagola” e l’altra, i parmensi hanno un kurzhaar giovane e due breton, uno a testa, e vanno lungo una stoppia vestita.
Il racconto
Il “boss” ha lasciato i suoi ottimi pointer a casa per far girare un giovane kurzhaar “da fare”, li mando sulla sponda sinistra dell’Adda, a risalire. Il sottoscritto fa la stessa cosa: prendo con me Aria, giovane di dieci mesi, ovviamente bassotta, a pelo raso, e costeggio l’Adda con Matteo a scendere. Il territorio è la classica pianura ai margini di un fiume: stoppie di mais vestite, fossi e argini sporchi, una stretta striscia di bosco con robinie, pioppi e qualche sparuta farnia (e purtroppo una marea di piante alloctone: fitolacca, falso indaco, zucca spinosa). Qualche fagiano resistito a precedenti cacciate, più furbo, già ambientato, lo si trova proprio in questo ambiente. Dopo pochi minuti sentiamo già i primi colpi degli amici, sono felice per loro. Ma a breve tocca anche a noi, lavoro magistrale della piccola che tira fuori un bel maschio proprio sul bordo dell’argine, in mezzo a prugnoli e sorghetta. E Matteo non perdona. Continuiamo a costeggiare, sapendo bene che i fagiani messi sono da un’altra parte. Un po’ di sano masochismo ci fa preferire la difficoltà dell’incontro e poi voglio fare bella figura con chi si è fatto qualche chilometro. Arriviamo dove l’Adda sfocia nel Po, luogo magico, incontro di rotte e di popoli, spartiacque di provincie (Lodi, Piacenza e Cremona) ma anche importante area faunistica.
Minilepri e fagiani
Ci soffermiamo un po’ a guardare questo spettacolo, una manciata di germani plana verso la sponda destra del Po. E immagino una bella tesa nei dintorni… Ma non perdiamoci, siamo qui per i fagiani! Intanto mi cominciano ad arrivare foto e video di cani in ferma, messaggi vocali pieni di gioia e goliardia. Bene, lo spirito giusto della giornata! Risaliamo la sponda per portarci verso un boschetto dove so esserci qualche minilepre. Il vizio di controllare tracce in comune con l’amico Matteo (entrambi siamo appassionati anche di caccia di selezione agli ungulati) ci fa scorgere il fresco passaggio di tre caprioli. La giovane bassotta non tradisce il suo istinto: mette da parte l’acerbo addestramento e comincia ad allontanarsi seguendo senza saperne il motivo quel flebile effluvio come il canto delle sirene di Ulisse. Poetico… ma restiamo senza cane e senza sapere dove sia, con non poca preoccupazione. Per fortuna il buon senso di orientamento la fa tornare alle auto, dove trova Paolo che la mette in macchina e mi avvisa. Tiro un sospiro di sollievo. Intanto il gruppo dei bergamaschi viene verso di noi. Ci dirigiamo verso il famoso boschetto e tre bei maschi di fagiano vengono prontamente messi nella cacciatora dopo tre belle ferme del giovane kurzhaar Snow di Gianluca. Sono le 11.40, alle 13 dobbiamo essere con le gambe sotto il tavolo. Avviso gli altri e intanto con Matteo ci dirigiamo verso le macchine, per riprendere Aria e bordeggiare un’ultima siepe. L’esperto Paolo, però, ci precede e con i ragazzi parmensi riesce ad accarezzare le piume di tre fagiani. Facciamo comunque un giro.
Tanto buon cibo
Alle 12.30 mi chiama Giorgio che è nell’altra zona: “Costa, dove ci incontriamo?” e sul più bello della chiamata parte ovviamente una mini lepre che ci dribbla. Giorgio capisce al volo che è meglio chiudere la chiamata subito: perspicace… Ancora cento metri e siamo alle auto, arrivano gli altri, cambio indumenti perché, nonostante i cinque gradi, qualche chilometro lo abbiamo macinato. Via, pronti per il pranzo! Ci aspettano i salumi, le pappardelle con capriolo stracciato come richiesto dal sottoscritto che ha messo a disposizione la carne (oggi va di moda il pulled pork, ma noi siamo rurali e italiani). E poi ancora polenta con cervo (una coscia di una vitella cacciata sull’appennino piacentino) e con capriolo, in bianco con ragù di verdure; dolce, vino, caffè e ammazzacaffè. Satolli come oche da foie gras appena ingozzate, occupiamo la bocca solo con chiacchiere e risate e passiamo ancora qualche bel momento di convivialità tra sfottò e complimenti, racconti e progetti futuri.
Ringraziamenti di rito
Sì, perché è per questo che siamo qui, che ho deciso insieme all’amico Giorgio Zanetta (coordinatore Giovani Federcaccia Lombardia) di organizzare questa giornata: rafforzare vecchie amicizie, trovarne di nuove, evidenziare i nostri valori e analizzare metodi per comunicarli in futuro. E direi che siamo riusciti a far tutto, ci rivedremo presto. Un grazie particolare all’azienda AFV Belvedere di Crotta d’Adda per averci ospitati e agli amici Giorgio Zanetta e Paolo di Bella per l’aiuto. Ma soprattutto grazie ai partecipanti, che hanno confermato la riuscita della giornata. (Costantino Gentile, Giovani Federcaccia Lombardia)