Il Manifesto della Biodiversità è un ampio database di progetti di conservazione legati alla caccia che supportano l’azione di FACE, la Federazione delle Associazioni Venatorie Europee di cui anche Federcaccia fa parte, a Bruxelles. Grazie a questa opera di raccolta e diffusione delle iniziative nei diversi Stati, il mondo venatorio ha modo di dimostrare in modo concreto e inconfutabile che i cacciatori danno un contributo cruciale al ripristino degli habitat, alle aree protette, al monitoraggio delle specie e molto altro a beneficio di tutta la comunità. Questa volta si parla di Delta del Po, un’area solitamente citata da animalisti e anticaccia come gravemente danneggiata e messa costantemente in pericolo dalla caccia.
Quanto mostrato evidenzia invece che questa area nel Delta del Po sta attualmente accogliendo centinaia di anatre nel loro viaggio migratorio, offrendo acqua, cibo e tranquillità, grazie all’opera di conservazione e ripristino ambientale svolta dai cacciatori della zona. Da più di 20 anni, investimenti a costo zero per la comunità, pari a centinaia di migliaia di euro, portano avanti la conservazione delle aree di acqua dolce e ospitano molte specie, anche quelle giudicate in declino, come il Moriglione, che recentemente è arrivato in questa zona con circa 600 individui, alcuni dei quali rimarranno durante l’inverno e diverse coppie vi trascorreranno la stagione riproduttiva.
Il contributo dei cacciatori al mantenimento della biodiversità si sviluppa durante tutto l’anno e i risultati dei monitoraggi danno ragione al mondo dei cacciatori, il numero di specie e di individui è in aumento o stabile nel Delta del Po e nella Laguna di Venezia, dove i cacciatori sono protagonisti della conservazione degli habitat naturali. Una bella differenza fra propaganda e realtà (Fonte: Federcaccia).