Il Consiglio Regionale della Liguria ha bocciato la proposta di Bruzzone riguardante una delibera per la caccia in deroga allo Storno.
Nel corso della seduta odierna il Consiglio Regionale ligure ha respinto a maggioranza dei voti la proposta del consigliere Francesco Bruzzone circa la deliberazione per il prelievo in deroga alla specie Storno per quanto concerne la Stagione Venatoria 2012/2013. In particolare si chiedeva l’applicazione del regime di deroga previsto dall’articolo 9, comma 1, lettera C, della direttiva 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici, che aveva come proponenti Francesco Bruzzone, Edoardo Rixi e Maurizio Torterolo.
La proposta di delibera prevedeva la caccia dal 1 ottobre al 31 gennaio su tutto il territorio regionale, ad esclusione delle ZPS. Il prelievo annuale era conseguente al calcolo della “piccola quantità”, ulteriormente ridotto. Si è però deciso di affrontare nuovamente l’argomento nella competente commissione con le audizioni di parlamentari europei, al fine di superare il parere negativo espresso dalla Commissione europea in merito al prelievo in deroga, a fronte di un direttiva europea che, invece, secondo una parte dei consiglieri, di fatto lo consentirebbe.
La decisione è stata assunta con un ordine del giorno (presentato dallo stesso Bruzzone, approvato con 27 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti, con il quale, inoltre, si dà mandato alla giunta e al presidente di richiedere con urgenza un incontro con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea, la Presidenza del Consiglio dei ministri (Dipartimento per le politiche europee), il ministero dell’ambiente alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Dipartimento per gli affari regionali) e Ministero degli Affari esteri.
Al presidente e alla giunta si chiede di trasmettere ai menzionati organismi il presente ordine del giorno, con il quale si affronta in maniera analitica e tecnica la vicenda. Nel documento si rimarca, tra l’altro, che la direttiva 2009/147 nel comma 1, lettera c dell’articolo 9, prevede “di consentire in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità” e che tale facoltà “Può essere esercitata in base ad autonome valutazioni degli Stati membri ed alle loro articolazioni territoriali, se a ciò delegate, secondo le modalità e le condizioni indicati nel comma 2 del citato articolo )”. Si rimarca inoltre che la possibilità di ricorrere alle deroghe spetta agli Stati membri in linea con il principio di sussidiarietà (e alle loro articolazioni territoriali a ciò legittimamente delegate).
In apertura di seduta il Presidente dell’Assemblea legislativa, Rosario Monteleone ha annunciato che sul provvedimento è pervenuto il parere sfavorevole di Ispra e della Commissione europea. Ha inoltre ribadito che, a seguito di ricorso, il Tar lo scorso 17 ottobre ha parzialmente sospeso l’efficacia del calendario venatorio, fissando la discussione nel merito al 21 febbraio 2013.
Il promotore della delibera, Francesco Bruzzone, ha spiegato nel corso della seduta, “Una direttiva europea dice con chiarezza che è possibile effettuare la caccia in deroga, ma la Commissione europea, invece, con un parere sostiene il contrario. O l’Unione europea ha il coraggio di abrogare il punto che consente questa caccia, oppure cambi atteggiamento. Questo atteggiamento, invece, ha fatto pensare piuttosto ad una presa di posizione politica, che non alla esatta applicazione di una direttiva comunitaria. In un primo momento ci è stato risposto che mancava la necessaria documentazione. È stata fatta, insomma, una sorta di melina”.
Il consigliere ha poi aggiunto critico, “Questa Europa mi fa schifo. Noi abbiamo chiesto all’Europa come attuare la deroga che, ripeto, è prevista dalla direttiva comunitaria, ma abbiamo ottenuto soltanto un parere contrario alla deroga stessa”. Bruzzone ha anche rimarcato che i governi italiani in questi anni hanno fatto tutto il possibile: “Dal 26 giugno 2008 il governo ha iniziato l’iter per arrivare all’inserimento dello storno tra le specie cacciabili. Il governo italiano, a questo punto, non deve fare più nulla se non azioni politiche di protesta. L’Unione europea, invece, non si è ancora decisa a riaprire l’allegato relativo alle specie cacciabili”.
Contrastanti sono stati gli interventi in sede di Consiglio Regionale tra i consiglieri che criticavano, come Bruzzone, l’atteggiamento dell’Europa sulla questione lamentando una disparità di trattamento tra i Paesi membri e altri consigliere, la maggioranza, che contro la delibera per la caccia in deroga hanno apportato motivazioni riguardanti soprattutto il rischio di incorrere in pesanti sanzioni da parte dell’Unione Europea.
Una volta presto atto della decisione negativa del Consiglio Regionale è stato proprio Bruzzone ad annunciare in una propria nota: “Con dispiacere comunico che in data odierna il Consiglio Regionale della Liguria ha bocciato la proposta di deliberazione relativa al prelievo in deroga dello Storno mettendo la parola fine, per la Stagione Venatoria in corso, a questa attesa possibilità da parte dei cacciatori liguri”.
Proseguendo il consigliere regionale ha commentato, “Il rammarico è dovuto al fatto che un atto rispettoso delle prescrizioni contenute nella Direttiva Europea di riferimento, sia stato dichiarato inapplicabile da uno stravagante parere della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea che definisce, di fatto, l’attuazione della Direttiva impossibile”. Bruzzone ha infatti spiegato, “In poche parole la lettera c) dell’articolo 9 della Direttiva Uccelli consente le deroghe per piccole quantità, l’Europa ci dice che non possiamo farlo, e quando chiediamo come poter correttamente applicare la Direttiva non indica una soluzione ma si limita a ribadirne l’impossibilità della sua applicazione”.
Inoltre il consigliere ligure ha precisato “Nel contempo il Consiglio Regionale ha votato un ordine del giorno di cui sono unico firmatario con il quale si pongono in evidenza tutte le discrepanze della posizione espressa dal Primo Consigliere della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea si rilancia l’azione politica che la Regione Liguria dovrà fare attraverso l’impegno a convocare in Commissione i parlamentari europei e ad incontrare la Commissione Europea per una rivalutazione delle argomentazioni illustrate nel proprio parere”.
6 novembre 2012