«Ma che c’entrano le norme regionali collegate alla stabilità finanziaria della Regione Liguria con i tordi e i merli rinchiusi in anguste gabbiette , che fungono da richiami vivi nelle cacce da appostamento ai migratori?». E’ la domanda che si pongono diverse associazioni ambientaliste, tra le quali la Lega Abolizione Caccia, il WWF e la LAV (Lega Anti Vivisezione).
«Il 23 dicembre 2020, in piena emergenza Covid, il Consiglio Regionale della Liguria (non è la prima volta che accade) ha infarcito le “Disposizioni collegate alla legge di Stabilità per l’anno finanziario 2021” (Disegno di legge della Giunta reg. n. 8/2020) con disposizioni dell’ultima ora, clientelari quanto strampalate. Ci riferiamo, ad esempio, agli anelli numerati inamovibili in metallo (senza punti di frattura) dei richiami vivi, tecnicamente applicabili solo nei primi giorni di vita agli esemplari nati in cattività, ma che potranno -secondo un emendamento appena approvato in Via Fieschi- essere sostituiti da fascette in plastica, in tal modo agevolando il lucro dei bracconieri che catturano illegalmente volatili vivi adulti con le reti o col vischio per poi rivenderli come soggetti nati in allevamento.
Una disposizione maldestra ed in contrasto con la normativa statale di riferimento. Negli ultimi 20 anni infatti, sono stati innumerevoli in tutta Italia le operazioni anti-bracconaggio che hanno smascherato falsi allevatori e bracconieri-commercianti che catturavano e rivendevano uccelli di cattura a scopo di richiamo con considerevoli guadagni: per esempio un tordo sassello catturato illegalmente con le reti , con anello o fascetta contraffatta, viene venduto al cacciatore anche a 200 euro. La Regione Liguria, visto che alcune disposizioni approvate non sarebbero di gradimento neanche alla maggioranza del proprio elettorato e non sono una pubblicità positiva per la sua Giunta, cerca di camuffare le modifiche definendole, nel suo comunicato stampa: “emendamenti di natura strettamente tecnica e organizzativa relativi all’attività venatoria “.
Altre “perle” di fine anno riguardano interventi di demolizione e ricostruzione di edifici superiori a 10.000 metri cubi, l’abolizione dei controlli veterinari per gli animali di allevamenti italiani impiegati in “ripopolamenti” a scopi venatori, la creazione di una inutile “conferenza dei sindaci” per ogni ente parco regionale (ridondante doppione di organismi già esistenti come la “comunità del parco”)».