I giudici amministrativi hanno sposato la tesi del questore, bocciando il ricorso e quindi confermando il no alla licenza di caccia. Il quantitativo di stupefacente, infatti, era superiore rispetto alla dose media giornaliera che è prevista dalla legge. Come si può leggere nella sentenza del TAR, l’amministrazione che decide in materia di armi e sicurezza gode di ampia discrezionalità, visto che il possesso di pistole e fucili è facilmente legato a diversi illeciti.
La revoca della licenza, dunque, non deve necessariamente essere legata all’abuso delle armi, ma possono bastare altri reati come quelli che hanno a che fare con la droga. I due grammi di hashish, quindi, sono un indizio valido per non far andare più a caccia una persona.