Come reso noto dall’associazione Arci Caccia, il Consiglio di Stato si è espresso lo scorso giugno con una sentenza che solo adesso comincia a dare i suoi nefasti effetti. Il provvedimento in oggetto segue il ricorso di un cacciatore friulano che, sottoposto a giudizio della commissione medica per il rinnovo del porto d’armi è stato dichiarato idoneo ma messo rivedibile a due anni. Una volta depositata la documentazione si è visto rifiutare il rinnovo dalla Questura di Udine con la motivazione che non esiste la possibilità di rinnovare un porto d’armi per un lasso di tempo minore della durata canonica.
Questa sentenza, che fa immediatamente giurisprudenza, è stata adottata dalle altre Questure, che stanno iniziando a rifiutare il rinnovo ai cacciatori che sono stati dichiarati idonei con riserva dalle commissioni mediche. Ovviamente questa situazione crea nella nostra Associazione grande preoccupazione per la sentenza, contenuta nel link allegato, che rischia di essere oltremodo vessatoria verso persone che, all’improvviso, si ritrovano nell’impossibilità di rinnovare il porto d’armi.
Per questo ci appelliamo al Ministro dell’Interno perché intervenga al più presto con una modifica della normativa che ripristini nel più breve tempo possibile il diritto di cittadini rispettosi delle leggi a esercitare la propria passione.