Libera Caccia Umbria sul progetto dell’Associazione Venatoria unica, “E se la soluzione fosse a portata di mano?”.
Un nuovo Soggetto dovrebbe avere il dovere, o soprattutto l’obbligo, di ragionare sui contenuti, sul superamento di tutte le problematiche che una fusione di questa portata comporta, sulle condizioni di partecipazione comuni a tutti i soggetti interessati anziché partire dal fondo del progetto. Posso anche comprendere che quanto sopra esposto sia la parte più complessa del progetto, c’è in ballo molto per ogni singolo partecipante: la propria storia, la propria rappresentatività, l’eventuale “rottamazione” di qualche dirigente e così via…
Con l’amico Marco Castellani in occasione dei numerosi incontri avvenuti in seno a Face Italia, abbiamo più volte affrontato il discorso, seppur in modo molto leggero, dell’unica Associazione Venatoria e tutte le volte ho risposto che, personalmente, la soluzione sia più a portata di mano di quanto si pensi. L’esempio lampante di quanto affermo da tempo sono i risultati avuti proprio in questi ultimi tempi, dove la collaborazione nata proprio tra i rispettivi Uffici Tecnici di due Associazioni, FIdC e ANLC, hanno prodotto un memoriale presentato al Tar del Lazio che ha smontato e schiaffeggiato il Mondo Ambientalista, facilitando così la predisposizione di una sentenza storica e lapidaria.
Perché sostengo che la soluzione sia a portata di mano? Semplicemente perché basterebbe trasportare quello che di ottimo si è fatto a livello nazionale con Face Italia e strutturarlo a livello locale, con la nascita di FACE Regionali (il recente esempio del Piemonte è la prima traccia!!!). Basta con le Consulte regionali o provinciali composte da 5/6 o più Associazioni Venatorie; basta con tutti quei documenti presentati che, se pur diversi, alla fine dicono le stesse cose; basta con le disdicevoli figure talvolta deprimenti che il mondo venatorio è troppo spesso costretto a fare di fronte ad Assessori e Dirigenti pubblici.
Pensiamo un attimo: se a livello locale in occasione delle convocazioni agli incontri nei Palazzi si presentassero anziché un numero x di persone con ognuno una verità in tasca e soluzioni diverse, una Delegazione con un unico documento condiviso e con un’unica sigla (nel rispetto delle proprie identità e della propria storia), secondo voi non si raggiungerebbero risultati migliori? Il ruolo di Face Italia diverrebbe quindi l’unico soggetto a parlare di caccia sia a livello nazionale che a livello locale: l’Associazione Venatoria Unica è nata!!!
Il compito di Face Italia a livello nazionale oltre quello ovvio e scontato di contrastare i problemi Italiani dell’attività venatoria, sarà quello ancor più fondamentale di produrre la documentazione per ogni singola Regione in occasione della stesura dei calendari venatori. Le indicazioni che verranno dal cuore di Face, che ovviamente terrà conto di tutte le tradizioni locali e delle normative regionali, non sarà negoziabile e cioè non ci saranno più quelle ridicole e disgreganti guerre tra Associazioni Venatorie per due giorni di caccia in più ad una specie o, peggio ancora, per la volontà più o meno politica di recepire indicazioni errate che comporterebbero ricorsi ai Tribunali Regionali Amministrativi, con il pericolo di sospensive o annullamento dei calendari stessi.
Un’organizzazione di questo tipo comporterebbe ulteriori benefici perché, ce lo dobbiamo dire amici e lo sappiamo tutti, la guerra delle tessere non si fa sul costo vivo delle stesse, ma viene effettuata con ben altri mezzi: Fagiani, Lepri, Cinghiali, Settori, Distretti, ZRC ecc… Immaginiamo che da domani le ZRC, vera risorsa per la caccia stanziale, venissero gestite da tutte le Associazioni locali sotto lo pseudonimo di Face e non da un singolo soggetto, immaginiamo che negli Atc anziché trovare posto 5/6 persone con esigenze diverse ci fossero seduti 2/3 portatori di un unico interesse, immaginiamo……
Gli esempi di come potrebbe essere diversa la caccia e la sua gestione potrebbero essere tantissimi, così come i benefici di immagine e di risultati per il Mondo Venatorio. Certo un processo come questo non si fa in due giorni, ma necessita di tempo e di accordi precisi e probabilmente anche di qualche lacrima amara, ma per il sottoscritto questa è la strada maestra più facilmente percorribile in quanto, almeno in parte, è tracciata.
Concludo togliendomi un sassolino che da troppo tempo mi tedia partendo dal dire che una parte di verità su quello che leggo è sacrosanta verità. Sempre più spesso vengono incolpate le Associazioni Venatorie sulle scelte che le Regioni fanno in materia di stesura dei Calendari Venatori e con i conseguenti ricorsi ai Tar che impediscono il regolare svolgimento della stagione venatoria.
Orbene, se come già ho ammesso che un fondo di verità c’è, è bene fare una precisazione: il Mondo Venatorio propone delle soluzioni o dà delle indicazioni agli Assessori, i quali possono o non possono recepire quanto richiesto: la Politica scrive i Calendari Venatori e non le Associazioni!!!
Fino ad oggi non ho mai visto o ascoltato qualcuno che chiedeva l’anticipo della chiusura della stagione venatoria, così come non mi è mai giunta voce che questo o quello avessero preteso l’eliminazione di qualche specie cacciabile o la riduzione dell’arco temporale massimo. Se questi provvedimenti ci sono stati il vero e unico colpevole è da ricercare nella Politica e nei suoi rappresentanti, Politica che ha il compitola di scrivere i Calendari Venatori, redigere i Piani Faunistici, effettuare le VAS e tutto quello che è necessario affinché la caccia venga svolta in maniera regolare.
Il progetto dell’unica Associazione Venatoria con queste mie piccole riflessioni mi auguro prenda un corso più veloce in quanto dopo quasi 5 anni di esperienza collaborativa in Face Italia, ho visto quanto il confronto e il continuo scambio di informazioni può portare a risulti concreti e, soprattutto la locuzione Dividi e Impera sia più veritiero che mai.
Luca Stincardini – ANLC
( 25 marzo 2014 )