Giunge la notizia dell’approvazione del calendario venatorio 2019/2020 da parte della Regione Toscana e dopo il costante lavoro di studio e suggerimenti agli Uffici Caccia e all’Assessorato presieduto da Marco Remaschi registriamo l’ottima notizia del mantenimento delle specie Moriglione e Pavoncella e anche del Combattente, cosa che non era assolutamente scontata. Ma se il merito di aver “parato un nuovo rigore contro” può ascriversi alla battaglia fatta dalla Libera Caccia, dall’Assessorato stesso e anche da parte del resto dell’Associazionismo Venatorio toscano, resta in bocca l’amarissimo sapore del rifiuto di poter estendere il periodo di caccia al colombaccio fino al 10 febbraio.
Una cosa nelle piene possibilità della Regione, praticata già da qualche anno in regioni confinanti con piena soddisfazione dei residenti, di fronte alla quale quelle stesse Associazioni venatorie unite nella posizione ferma e decisa per moriglione pavoncella e combattente, si sono messe di traverso alzando una barricata insuperabile per la Libera Caccia Toscana, lasciata sola in questo frangente. La Confederazione delle Associazioni Toscane non riconosciuta, in grave difficoltà di fronte alle domande dei propri stessi associati, emette comunicati con tentativi inutili di una difesa e una giustificazione che non ha alcun tipo di fondamento.
Praticamente, per il mantenimento della caccia al colombaccio in zona appenninica si sacrifica tutto il resto dei cacciatori regionali che attendevano con grande speranza quei giorni di febbraio durante i quali, non solo pochi specialisti della tesa al campo sui primi contingenti della specie nel settembre ma TUTTI QUANTI avrebbero avuto piena soddisfazione, vista la grande abbondanza di colombacci in tutto il resto del territorio toscano. L’estensione della caccia nel febbraio non solo sarebbe stato un segnale forte per tutta la nazione, visto che la Toscana, da sempre è regione guida in fatto di caccia ed il nostro calendario è seguito con attenzione dalle altre regioni nella stesura dei propri calendari ma sarebbe stata altrettanto positiva come risposta agli operatori del settore, di tutto quel comparto economico che vive ma anche produce ricchezza per effetto della caccia, considerando la “legnata” presa nel gennaio passato quando per colpa della sentenza del Consiglio di Stato, praticamente tutto è finito dopo la prima decade di gennaio.
Evidentemente chi trae sostentamento dal lavoro nel settore “caccia” in primis le armerie ma anche abbigliamento, concessionarie automobilistiche, officine, distributori di carburante fino ai ristoranti ed Hotel non contano nulla né per la Confederazione non riconosciuta né per la Regione, che avrebbe potuto tranquillamente andare a diritto portandoci al 10 febbraio. Forse si è avuto paura che il merito fosse una esclusiva della LIBERA CACCIA? Lasciamo a note successive il resto della disamina: oggi, oltre alla soddisfazione di aver difeso tre specie importanti per chi è specialista della caccia palustre, ci premeva dire due paroline sul colombaccio, evidenziando il fatto che, se è vero che da parte di altre compagini si guarda all’UNITA’ del mondo venatorio come la panacea di tutti i mali, la vicenda della negazione del colombaccio a febbraio è la piena dimostrazione che, finchè i numeri che scaturiscono dal tesseramento sono questi, la proposta del colombaccio a febbraio, probabilmente non avrebbe mai visto la luce. La Libera Caccia Toscana, convinta fortemente delle proprie proposte e delle proprie idee, col suo spirito combattivo che la contraddistingue continua da sola, nel suo splendido e orgoglioso isolamento, la battaglia per la difesa di TUTTI i cacciatori Toscani.