Libera Caccia Siena esprime le proprie considerazioni sul recente accordo fatto fra le associazioni venatorie Arci Caccia, Federcaccia e la Regione Toscana; “gestione venatoria, di male in peggio”.
L’Associazione Nazionale Libera Caccia esprime in un articolo le proprie considerazioni riguardo al recente accordo fatto fra le Arci Caccia, Federcaccia e la Regione Toscana, trovandosi di fronte a fatti compiuti da membri di comitati di gestione dimissionari (ATC 17 e 18), con organi politici a livello regionale che non possono far altro che alimentare i dubbi circa gli unici interessi di tornare a gestire la realtà venatoria per interessi di comodo.
Di seguito pubblichiamo il testo dell’articolo dell’Ufficio Stampa ANLC:
“Non contenti di aver creato e alimentato, con il consueto pressapochismo e la solita arroganza, un caos gestionale di proporzioni bibliche, ora i ben noti compagnucci di merende “Arci-Feder” cercano di ingarbugliare ancora di più le carte con l’incomprensibile “favoreggiamento” di un’amministrazione regionale che appare sempre più succube della strana Coppia. Dopo aver imboccato il portone delle dimissioni, i padroni del vapore hanno di nuovo innestato la marcia indietro, cercando di rientrare dalla finestra e spacciando per farina del loro sacco quelle che, per oltre il 90%, sono invece – e da tanto tempo – le idee e le proposte della nostra associazione.
Perfettamente consapevoli che la perdita delle poltrone avrebbe finito per scoperchiare tutte le pentole e che la gestione sarebbe passata a chi aveva le idee più chiare, gli artefici della sciagurata gestione degli ungulati in Provincia di Siena, sono corsi ai ripari con un dietrofront tipico del più becero costume politico italiano. Al contrario del “valoroso” prof. Schettino, i comandanti del barcone toscano si sono quindi affrettati a risalire a bordo nella certezza che una nuova gestione degli ungulati nella direzione che tutti i cacciatori toscani e senesi si aspettano, avrebbe inferto un ulteriore colpo alla loro già critica campagna di tesseramento.
In questa loro strategia della disperazione, sono stati supportati da un’amministrazione regionale che se ne è infischiata dei pareri delle altre componenti associative (Anlc, Enalcaccia Urca etc.) ed ha ritenuto di stilare un accordo a senso unico proprio con gli artefici di un fallimentare “governo” degli ungulati e, più in generale, della caccia in Toscana. Ma l’arroganza, come si sa, non ha limiti.
Infatti, sparito inspiegabilmente il tavolo di concertazione al quale avrebbero dovuto sedere tutti i soggetti interessati al management degli ungulati, ecco prendere corpo un accordo di stampo monopolistico (o dittatoriale) con un presidente di provincia che non solo è l’artefice di una disastrosa gestione degli ungulati ma, in quanto dimissionario, è un presidente a responsabilità limitata”.
Associazione Nazionale Libera Caccia
( 22 agosto 2014 )