Associazione Nazionale Libera Caccia replica alle accuse degli animalisti, “siamo cacciatori non bracconieri”.
“Calendario dei cacciatori/bracconieri”, è questo il titolo che apre il recente articolo pubblicato sul sito del Cabs (Committee against bird slaughter, letteralmente Comitato contro il “massacro” degli uccelli), dove vengono raccolti i dati di bracconaggio sulla fauna selvatica nel periodo dal 1 febbraio 2014 fino al 31 gennaio 2015. Si legge nell’articolo che nella stagione venatoria appena trascorsa il bracconaggio ha imperversato in Italia, che le uccisioni illegali (vietate dalla legge 157/92, oltre che dalle leggi regionali) hanno riguardato diverse specie protette e, a proposito della Calabria, che i controlli sono stati scarsi o addirittura assenti… Il quadro complessivo del mondo venatorio descritto nel resoconto Cabs è fortemente negativo e mostra il cacciatore come bracconiere e predatore che non ha alcun rispetto né per la legge né per l’ambiente.
A questo punto, risulta doveroso chiarire alcuni aspetti e valori fondamentali della realtà venatoria del nostro Paese e, in particolare, della regione Calabria. Innanzitutto, ricordiamo la recente riforma della legge regionale calabrese sulla caccia che prevede il numero verde antibracconaggio, realizzata con la collaborazione di tutte le Associazioni del settore. Uno strumento che si è rivelato estremamente utile nella repressione del fenomeno e che dimostra quale sia realmente la sensibilità e l’orientamento del cacciatore calabrese.
Ma non solo…
Dovrebbe essere noto a coloro che si professano esperti di attività venatoria che negli Atc i cacciatori operano insieme agli ambientalisti, alle associazioni degli agricoltori, ai rappresentanti dei comuni e della provincia per la tutela della natura e della fauna selvatica e nel contrasto delle illegalità. La strada che stiamo seguendo, come Anlc, è quella della cooperazione, non solo tra le diverse associazioni venatorie, ma anche con gli ambientalisti, gli agricoltori e la società civile tutta in un preciso impegno operativo e una partecipazione attiva per la promozione della tutela della natura e per una positiva relazione tra uomo e ambiente.
Gli obiettivi cruciali che perseguiamo sono la protezione di specie a rischio di estinzione, una mirata gestione del territorio, una maggiore specializzazione dei cacciatori per la corretta gestione del prelievo venatorio, la conservazione del suolo, la raccolta e condivisione di dati e conoscenze al servizio di tutti. Una realtà, dunque, molto lontana da quella rozza e brutale che traspare dall’articolo del Cabs. Chi oggi opera insieme ai cacciatori Anlc e ne conosce i caratteri sa che essi seguono una prospettiva sostenibile, utilizzando le risorse del territorio in modo tale da non compromettere i fabbisogni delle generazioni future.
Noi, insieme a tutto il mondo venatorio, alle Istituzioni e alle componenti sociali ed economiche del Paese, possiamo e dobbiamo continuare sulla strada intrapresa, operando nella difesa della biodiversità e degli ecosistemi, per salvare la natura, non il contrario! Riteniamo dannosa, oltreché fuorviante e illegittima, la trasmissione del messaggio secondo cui l’attività venatoria sarebbe nel suo insieme un’attività illegale, condotta da cacciatori/bracconieri senza scrupoli, così come descritta nell’articolo del Cabs.
I nostri orizzonti sono ben più ampi: pensiamo al futuro delle nuove generazioni e prevediamo una corresponsabilizzazione di soggetti che, pur essendosi trovati in passato su posizioni diverse, oggi vogliono unirsi e lavorare insieme.
Associazione Nazionale Libera Caccia
( 11 marzo 2015 )