Gestione faunistica
Le comiche finali erano brevi cortometraggi proiettati alla fine di un film drammatico, avventuroso o sentimentale. Il tutto, ovviamente, per cancellare le lacrime e far uscire gli spettatori meno intristiti e un po’ più rasserenati. Oggi anche alcuni amministratori, ben consapevoli che il quadro ambientale e faunistico è di quelli da suscitare preoccupazioni e allarmismo non solo negli agricoltori e negli allevatori ma anche nei comuni cittadini, pensano bene di alleviare le pene della pubblica opinione inventando (cioè mandando in onda) provvedimenti che somigliano più a delle comiche finali che ad una gestione faunistica di stampo rigorosamente scientifico.
Amici degli amici
Le conseguenze di simili provvedimenti, oltre ad essere quasi sempre fallimentari e spesso anche dannose, talvolta diventano comiche e perfino ridicole agli occhi di chi capisce qualcosa di gestione, programmazione, tutela e salvaguardia della biodiversità. A parte il fatto che ne abbiamo ormai abbastanza di questi “giochetti” e di questi pseudo corsi a caro prezzo che servono solo ad accontentare qualche trombato o gli “amici degli amici”, e che sono del tutto inutili per dei cacciatori che hanno anni e anni di esperienza, c’è da sottolineare l’assurdità di un prelievo dei colombacci al di fuori dei periodi previsti che coincidono con quelli di nidificazione; un prelievo che sarebbe giustificato non certo per selvatici regolarmente cacciabili come il colombaccio, ma per altre specie, soprattutto quelle alloctone e problematiche, che causano danni enormi alla nostra biodiversità.
Storni e piccioni
In più, c’è da sottolineare il fatto che, addossando tutte le “colpe” ad una specie cacciabile come il colombaccio, la Regione Emilia-Romagna ha astutamente scaricato il peso dei rimborsi sugli ATC mentre se fossero stato inclusi anche storno e piccioni torraioli, i risarcimenti sarebbero stati a carico della Regione: un furbissimo escamotage, non c’è dubbio! Invece di continuare a mungere e a tartassare la categoria dei cacciatori, sarebbe sufficiente – oltre che più semplice ed economico – elevare il numero prelevabile dei colombacci durante la normale stagione venatoria e i risultati sarebbero sicuramente più soddisfacenti. Lo stesso si può dire di altre specie come i piccioni torraioli e gli storni per i quali, da anni, chiediamo di intervenire in maniera seria e concreta ma sempre all’interno del periodo venatorio.
Impreparazione tecnico-scientifica
E noi della Libera Caccia non parliamo solo ora ma siamo l’unica associazione ad aver contrastato questa delibera già dal mese di ottobre 2024, e finalmente, dopo tanti solleciti, in data 6 febbraio 2025, abbiamo ottenuto che si convocasse la consulta regionale per discutere del piano di controllo sul colombaccio. Insomma, noi della Libera Caccia riteniamo che questo non sia vero ambientalismo e che una simile delibera dimostri solamente pressappochismo, impreparazione tecnico-scientifica e soprattutto tanta improvvisazione. Tutte cose che non hanno niente a che vedere con una efficace gestione della fauna selvatica nel rispetto delle indicazioni scientifiche e delle norme comunitarie. Ci auguriamo che queste critiche, assolutamente costruttive e non certo motivate da “egoismi venatori”, vengano rapidamente recepite dalla Regione; in caso contrario, la Libera Caccia prenderà in esame l’organizzazione di una manifestazione pubblica in grado di sensibilizzare non solo i cacciatori ma il mondo agricolo e l’intera comunità regionale (Paolo Sparvoli – presidente ANLC).