L’intervento di Fulcheris è una chiara replica al Wwf che da fine maggio parla di una raccolta firme per eliminare la caccia sul promontorio; ancora da capire chi la porta avanti (né Wwf o altri ambientalisti) e dove.
Poi il sindaco che paventa, considerando della partita i cacciatori, quasi l’“esproprio” di aree di proprietà privata. A fare scudo per l’ambiente Paolo Maria Politi, piombinese che per molti anni ha orchestrato il Wwf in questo spicchio di Toscana. E non si sa niente di più sulla trattativa tra Federcaccia, Arci Caccia e Libera Caccia (totale circa 700 iscritti) per il rinnovo degli appostamenti.
Ma il silenzio è rotto. “Da tempo – ricorda Fulcheris – non avevamo il piacere di imbatterci nel testo a tutta pagina dove Paolo Maria Politi , indiscusso guru del Wwf locale , tuona contro la caccia e chi la amministra. A Piombino, finalmente, il promontorio sarà protetto e la smetta il sindaco di lisciare il pelo ai cacciatori: dimostri di avere coraggio e chiuda la caccia: in sintesi il sunto del Politi-pensiero”.
Interessi sociali. “All’interlocutore sfugge – spiega – il senso di quella cosuccia che si chiama “democrazia”: quella cosa secondo la quale in un consesso sociale, chi è eletto secondo i dettami della Repubblica e non secondo i desiderata del Wwf, prende decisioni cercando di contemperare gli interessi sociali facendosi carico del bene comune. Il sindaco ha dimostrato, nel caso, di sapere cosa vuol dire amministrare e ha cercato una sintesi tra i vari portatori di interesse rispetto all’area del promontorio: si cercherà di regolamentarne la fruizione, rispettando la vulnerabilità dell’area, attraverso un tavolo che raccolga le giuste istanze delle parti interessate, turisti, escursionisti, boscaioli, bird-watcher, e persino dei cacciatori”.
“Ma si sa – aggiunge Fulcheris – tutto questo viene visto e definito da Politi e dal Wwf come una commistione di interessi politico-venatori; nel Dna della tanto osannata associazione locale è sempre ben vivo e resistente il postulato del “noi abbiamo ragione a prescindere”, e chi non sta con noi è per forza un inquinatore, un cementificatore, un turpe portatore di interessi venatori, quand’anche un distruttore di natura e di habitat. Quella che è una tradizione locale e popolare, che affonda le radici all’alba dello scorso secolo e che si rinnova di anno in anno nella costante migrazione dei colombacci, viene definita da Politi, “un’ atavica alleanza calcificata che tiene in ostaggio i politici locali””.
Gestione e difesa. “Non lo sfiora il fatto – sottolinea – che invece la gestione del promontorio piombinese, anche e soprattutto da parte del mondo venatorio più illuminato, abbia consentito negli anni di conservare pressoché intatto l’immenso patrimonio naturalistico e che i politici locali l’abbiano capito e per questo abbiano sempre cercato il confronto con i cacciatori. I capanni di caccia, definiti in maniera sprezzante, non servono ad aumentare la pressione venatoria ma a razionalizzarla, nel rispetto delle normative regionali; se si aumenta il loro numero (Politi lo sa bene ma deve per forza fare demagogia di bassa lega) si eliminano i cacciatori vaganti che non sono assoggettabili a nessun controllo e si rendono più responsabilizzati coloro che invece cacciano da una postazione fissa”.
“Ottimo quindi l’intervento del sindaco, teso ad una corretta gestione e fruibilità del promontorio, attraverso il coinvolgimento anche dell’ associazionismo venatorio; fuorviante
l’invito del Wwf ad avere “più coraggio”, invito subdolo che ha l’unico scopo di vietare, qui, la caccia – conclude – La caccia sul promontorio, quella caccia che noi amiamo, che rispettiamo, che fa parte dei nostri usi, dei nostri costumi, e delle nostre tradizioni piombinesi sopravvivrà”.
( 15 luglio 2016 )
Associazione Nazionale Libera Caccia – Piombino