La lunga serie di commenti favorevoli alle sguaiate e arroganti esternazioni del conduttore Flavio Insinna, sono purtroppo la dimostrazione evidente che l’opinione pubblica non conosce né il significato né il valore sociale e ambientale della caccia moderna. E così hanno la meglio tutti quei luoghi comuni che sono diventati il cavallo di battaglia degli animalisti. E l’astio anticaccia è così forte e del tutto immotivato, che il popolo della televisione serale, quella dei programmi scacciapensieri (che oltretutto sono registrati e quindi correggibili), è perfino disposto a dimenticare chi sia veramente quel gentiluomo raffinato del signor Insinna.
Tutte quelle signore e tutti quei signori che si sono buttati sulle tastiere per difendere a spada tratta la cosiddetta libertà del conduttore di servirsi del mezzo pubblico per offendere i cacciatori, hanno evidentemente la memoria corta. Infatti, il molto egregio signor Insinna ci ha abituati a ben altre intemperanze di cui ormai sono pieni gli archivi della RAI. E la cosa davvero preoccupante non è il fatto che quel signore continui a sproloquiare, ma il fatto che la Rai continui a tenerlo sotto contratto e a mandarlo in onda tutte le sere. Per chi avesse voglia di farsi una scorpacciata di oscenità, volgarità e di offese con un linguaggio da osteria di terz’ordine, non deve fare altro che cercare su Google “Insinna offese e volgarità”.
Quello che esce fuori da questa rapidissima ricerca che tutti possono fare, è il ritratto di un conduttore televisivo – purtroppo pagato con i soldi di tutti, anche quelli dei cacciatori – che vomita di tutto e di più: dalle quasi bestemmie alle volgarità di ogni genere, alle offese di carattere personale nei confronti di concorrenti. È incredibile che ci si possa compiacere delle bravate di un conduttore che, stando alle registrazioni mandate in onda da Striscia la notizia, sembrerebbe essersela presa contro una povera concorrente definita “Nana di merda che parla con le mani davanti alla bocca o sta muta”. Oppure, sempre secondo il lungo servizio del TG satirico, pare che abbia dato esempio di signorile professionalità sbraitando sguaiatamente: “Ci sono due-tre fighi e sette dementi. Io sono un uomo perbene e buono, e per farmi girare i coglioni ce ne vuole. Una nana ha giocato. La si porta di là, la si colpisce al basso ventre e si dice: “Adesso tu rientri e giochi. Perché è RaiUno, non Val d’Aosta News, li mortacci tua!”.
Ecco, credo che una passeggiata nel web farebbe davvero bene ai tanti difensori di quel galantuomo che oggi, solo per aver sputato il suo solito veleno contro i cacciatori, è diventato quasi un eroe. Siccome sono certo che l’Italia non abbia bisogno di questo genere di eroi, credo che i cacciatori non dovrebbero aversela a male perché le offese pronunciate da un simile individuo sono dei veri e propri elogi. Nonostante ciò, come ha già fatto numerose volte in passato, la Libera Caccia farà tutto quanto è in suo potere affinché il servizio pubblico (!!) impedisca ad un tizio qualsiasi di comportarsi in questa maniera.
E se uno scrittore come Mauro Corona è stato allontanato in base al severo codice etico della Rai per aver dato della gallina ad una giornalista – rammaricandosi e scusandosi immediatamente per il suo linguaggio – vorremmo sapere da quali santi è protetto un conduttore, che oltretutto si fregia del titolo di Cavaliere, che da anni è abituato ad usare il servizio pubblico come suo personale megafono, oltretutto con un linguaggio infinitamente più offensivo e volgare.
La anlc dovrebbe pensare a tutelare i cacciatori su cose più serie e non concentrarsi su un commento banale.