Paolo Sparvoli, numero uno dell’Associazione Nazionale Libera Caccia, ha diffuso un comunicato dal titolo eloquente: “Ancora in guerra”. Ecco cosa si può leggere nella nota: “È inutile nascondercelo, siamo in guerra. Ma non è una guerra territoriale o economica: è una guerra di religione, una “crociata” prettamente ideologica che rende davvero difficile, se non addirittura impossibile ogni difesa. Il ciclico rigurgito di intolleranza si rinforza immancabilmente all’approssimarsi di ogni consultazione elettorale e denuncia in questo modo anche la sua vocazione politica, trasformandosi in uno strumento di cattura del consenso sociale nell’ambito delle classi più sensibili nei confronti delle problematiche “ambientali” o, per essere più precisi, animaliste.
Sì, ancora una volta ci hanno dichiarato guerra. E siccome in guerra tutto è permesso, allora ecco che assistiamo a sceneggiate ridicole e offensive per l’intelligenza dei cittadini come quella messa in atto dalla solita animalista milanese che dimostra di non disdegnare i colpi proibiti e le armi di istruzione di massa. In questo tipo di guerre non ci sono convenzioni da rispettare, così la nostra “amica” fa ricorso ad una propaganda basata sulla disinformazione più becera e grossolana, spalleggiata da un giornalismo acritico che cerca solo di compiacere il sentimentalismo a basso prezzo di una opinione pubblica malata di “bambismo”.
Le offensive più violente, come quella che stiamo vivendo, sono basate sull’allarmismo e sul terrorismo mediatico e sono supportate dall’esibizione di dati strampalati come quelli forniti non da un istituto universitario ma da una fantomatica Associazione delle vittime della caccia che, come tutti sappiamo bene grazie alle ricerche del CNCN, adotta una metodologia di stampo ideologico, conteggiando in maniera sfrontata gli omicidi e rubricandoli come “incidenti di caccia avvenuti in ambito extravenatorio” e utilizzando il termine generico di “vittime” sommando con estrema disinvoltura morti e feriti per presentare numeri preoccupanti.
In questa nuova escalation bellica, l’asticella si è, per così dire, alzata di molto. Così è ricicciata la storia dei minori che non solo non possono ottenere la licenza, ma non possono nemmeno partecipare con genitori e nonni ad una sana giornata in campagna o in montagna. Anche in questo caso l’offensiva non tiene in alcuna considerazione le realtà delle altre nazioni europee nelle quali vige, senza alcun trauma sociale, una legislazione assolutamente più permissiva, ma non per questo più pericolosa o più diseducativa. La paladina animalista non fa una piega e strepita minacciando sciagure e lutti per l’intera nazione. Ma fa anche di più, purtroppo! Nega ai lavoratori dipendenti la possibilità di andare a caccia stabilendo il silenzio venatorio il sabato, la domenica e le feste comandate, come se gli infiniti boschi italiani durante i mesi di novembre, dicembre e gennaio fossero pieni zeppi di turisti. E fa anche peggio: cancella con un colpo di spugna avvelenata la dignità di anziani e vecchi, considerandoli peggio degli appestati e relegandoli nelle riserve di qualche centro anziani a rintontirsi di bocce, briscola e scala quaranta.
A pensarci bene è strano, un vecchio come il suo maestro e mentore potrebbe tranquillamente governare l’Europa; un ultranovantenne potrebbe (salute permettendo) guidare una potente fuoriserie mentre un 76enne non potrebbe curare il suo appostamento fisso e trascorrere qualche ora con la sua doppiettina e il bretoncino da riporto. Lo so, per chi è addetto ai lavori, questa sorta di pulizia etnica vagheggiata dall’animalista talebana rappresenta una vera e propria bestemmia ma, come ho già detto, in tempo di guerra tutto è permesso: anche le bestemmie, e andare, con una incredibile faccia tosta, contro la maggior parte delle regole universalmente riconosciute e accettate a livello europeo. E allora? La risposta migliore, per non sprecare inutilmente inchiostro, carta ed energie, potrebbe essere, come altre volte, una breve ma autorevole presa di posizione di qualche sociologo di fama o di un istituto universitario che bolli definitivamente come autentiche idiozie le proposte brambilliane”.
Per quanto mi riguarda e per molti miei amici, questa signora con le sue capziose sbandierate idee animaliste sta rovinando la società nella sua articolazione ludica e sportiva. Per qualche voto cerca di sollecitare una captatio benevolentia in quella parte di cittadini che conoscono la natura solo attraverso la televisione, cara Brambilla, questo non porta bene, vedi come hai ridotto Berlusconi…..