Antonio Goretti dell’Associazione Nazionale Libera Caccia sezione provinciale di Grosseto, fa il punto sull’Attività Venatoria in Toscana e gli effetti dell’applicazione del nuovo Protocollo ISPRA.
Si legge in una nota di Goretti, “Era l’Aprile del 2011 e, dalle pagine del Tirreno, la Libera Caccia criticava il protocollo stipulato tra l’ISPRA e l’Amministrazione Provinciale di Grosseto relativo alla gestione dei “contenimenti” faunistici per prevenire i danni all’agricoltura. Oggi, dopo che per tutto il 2012 abbiamo osservato i risultati della sua applicazione, crediamo sia giusto e doveroso fare un bilancio sulla sua efficacia. Prendiamo, come esempio, l’area dell’ ATC GROSSETO 7: nel 2011 i danni alle colture agricole causati dagli animali ammontavano a circa € 95.000, nel 2012, a seguito dell’applicazione del “nuovo protocollo” si quantificano in circa €140.000…
Dati alla mano, si parla di ben oltre il 50% in più! Non solo, nel 2011 i 98 interventi di contenimento ai cinghiali hanno determinato 136 abbattimenti, mentre nel 2012, grazie alle nuove norme introdotte con il già ricordato protocollo, abbiamo avuto 66 interventi con poco più di 80 abbattimenti. Non abbiamo i dati riguardanti l’abbattimento delle nutrie, ma in questo caso è sufficiente ricordare che se uno di questi animali così dannosi per le colture e pericolosi per la pubblica incolumità ( le loro tane minano la resistenza degli argini!) viene catturato e soppresso a Castiglione della Pescaia, per il suo smaltimento deve essere portato al centro di Semproniano… Questo iter così logico e pratico, ovviamente, diminuisce gli abbattimenti!
Oppure se, come purtroppo accade frequentemente, vi sono dei corvidi che provocano danni alle colture o danneggiano i tubi dell’irrigazione dell’acqua, il povero agricoltore non può difendersi, perché i corvidi possono essere catturati solo all’interno di alcuni divieti di caccia. Non parliamo poi del problema piccioni, che oltre a riempire di escrementi le grondaie provocano seri danni ad agricoltori ed allevatori. Fino ad aprile bisogna sopportarli, anzi pagare, perché non si capisce per quale motivo da ottobre a marzo i piccioni sono intoccabili (Sarebbe troppo logico stabilire un numero oltre il quale la densità di questo volatile non può essere più supportata dall’ambiente, ma no, si dà un limite temporale e si preferisce spendere alcune migliaia d’euro per spaventarli con dei falchi in Piazza Dante, mandandoli però sul tetto degli altri cittadini grossetani!!).
Alla luce di tutto questo, quindi, le nostre critiche non erano sbagliate!
Si è preferito considerarle come strumentalizzazioni elettorali, invece che come saggi avvertimenti frutto dell’esperienza, determinando, così, la situazione attuale di emergenza. Forse sarebbe utile che tutti coloro i quali sono stati e continuano ad essere danneggiati economicamente da un così scellerato protocollo chiedessero i danni direttamente al Presidente della Provincia, magari otterremmo dei risultati, chissà….
La Libera Caccia rinnova oggi, con più vigore, la richiesta di una modifica sostanziale di questo ormai chiaramente inidoneo protocollo, invitando anche le associazioni di categoria degli agricoltori ad una presa di posizione decisa e pubblica in favore dei propri associati.
Cogliamo anche l’occasione per fare presente al Presidente della Provincia che in un articolo sul Tirreno del 07/02/2013 l’Assessore Regionale all’agricoltura Gianni Salvadori auspica un non innalzamento del numero dei partecipanti alle battute al cinghiale, proprio il contrario di ciò che è stato fatto da questa Amministrazione con il nuovo Piano Faunistico Venatorio, COMPLIMENTI!!!!!
Antonio Goretti
Associazione Nazionale Libera Caccia Grosseto
( 19 febbraio 2013 )