Ricorsi infiniti
Nel corso di una seduta notturna e collegato ad altri provvedimenti connessi alla legge di bilancio, è stato finalmente approvato un emendamento voluto dal ministro Lollobrigida. Tale emendamento non si può certo definire epocale ma finalmente prevede un po’ di certezze per i cacciatori che sono da anni costretti, ogni estate, a vivere con l’incubo degli infiniti e gratuiti ricorsi – molto spesso speciosi e immotivati – presentati da varie organizzazioni animaliste al solo scopo di bloccare “cautelativamente” e procrastinare l’avvio della stagione venatoria. Ora, finalmente, questo non sarà più possibile in quanto, in presenza di un ricorso con la richiesta di una sospensione cautelativa, non vi potrà più essere il blocco, spesso automatico, dell’attività venatoria che, invece, potrà continuare fino alla emissione della sentenza, secondo quanto previsto dal calendario venatorio precedente.
Una profonda revisione
I più scettici potrebbero dire che “L’elefante ha partorito il topolino” e che questo provvedimento non rappresenta certo la soluzione di tutti i nostri problemi né, tanto meno, quella profonda revisione della legge 157/92 che soprattutto noi della Libera Caccia legittimamente e democraticamente chiediamo fino dal giorno della sua promulgazione. Ma ostinarsi con il pessimismo non solo è ingiusto nei confronti di tutti i politici dell’intergruppo delle due Camere, ma è anche sbagliato perché questo primo, importantissimo emendamento – che speriamo sarà reso definitivo quanto prima – dimostra senza ombra di dubbio che, nonostante le inesauribili difficoltà politiche, l’ostruzionismo feroce del Movimento 5 Stelle, le infinite delusioni dovute all’immobilismo (e alla contrarietà) dei tanti governi precedenti, qualcosa si sta finalmente muovendo.
Una scientifica e indispensabile gestione
A dimostrazione della piccola ma grandissima innovazione contenuta in questo emendamento c’è la reazione scomposta del solito on. Angelo Bonelli (ex ambientalista trasformatosi in animalista a tempo pieno) che, insieme ad altri suoi ben noti colleghi, minaccia fuoco e fiamme spacciando un sacrosanto e civilissimo provvedimento politico che offre ai cacciatori solamente la certezza del diritto che è un diritto di tutti i cittadini, in una specie di tragica rivoluzione contro i “poveri animaletti”, rifiutandosi di prendere atto che la fauna selvatica attualmente presente sul nostro territorio, richiede ormai una scientifica e indispensabile gestione. Ora la strada è segnata e speriamo tutti che nei prossimi mesi si riesca finalmente ad ottenere un vero rinnovamento (non certo uno stravolgimento!) di una legge ormai resa obsoleta non solo dall’aumento incontrollato e incontrollabile di alcune specie, ma anche dalla riduzione del numero di cacciatori (Paolo Sparvoli, presidente di ANLC).