Questa storica e coraggiosa presa di posizione – per la quale ringraziamo di cuore l’intera Commissione – rimette per così dire le cose a suo posto e il parere dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) non sarà vincolante per la formazione dei Calendari venatori da parte delle Regioni. Dopo aver fatto per anni il bello e soprattutto il cattivo tempo (il più delle volte senza avere, peraltro, la scorta di studi aggiornati e inoppugnabili), l’Ispra smette finalmente di essere la stampella “scientifica” di decisioni politiche prese sulla scorta delle solite lamentele ideologiche che se ne infischiano dei pareri espressi da autorevoli organismi scientifici sia nazionali che internazionali.
Ora, senza questo spauracchio che ha sempre fatto dilatare i tempi, spetterà alle Regioni, dopo aver elaborato un Piano faunistico venatorio rigoroso, mettere a punto calendari venatori che siano rispettosi delle reali esigenze faunistiche e ambientali e, di conseguenza, in grado di non offrire appigli alla consueta marea di ricorsi ai vari Tar da parte delle solite sigle anticaccia.