L’Associazione Nazionale Libera Caccia ha diffuso un comunicato sugli Ambiti Territoriali di Caccia. Ecco il testo di seguito. I carrozzoni degli ATC ancora una volta contro i cacciatori. Da tempo la strategia anticaccia è cambiata radicalmente. La linea scientifica e biologica adottata per anni si è dimostrata del tutto infondata, anche grazie al lavoro puntuale e rigoroso del nostro Ufficio Tecnico. Allora ecco che da qualche tempo si sta mettendo in atto tutta una serie di ostacoli di natura burocratico-amministrativa con decine di escamotage in grado di scoraggiare anche i cacciatori più appassionati e volenterosi. L’ultima trovata davvero cervellotica e assurda è stata quella dell’ATC VT1, un carrozzone che si sta dimostrando incredibilmente anticaccia.
Di fronte alla richiesta di realizzare un corso per la formazione di selecontrollori della specie cinghiale avanzata dalla Libera Caccia non ha trovato niente di meglio che inventarsi una presunta insufficienza di iscritti (65, appartenenti a tutte le associazioni venatorie!) contro un numero minimo di 80. Il bello – si fa per dire – è che proprio la Regione Lazio, su suggerimento tecnico dell’ISPRA, ha indicato il numero ottimale dei corsisti compreso fra un minimo di 25 e un massimo di 40, che appare molto più logico e congruo!
Contro questo inspiegabile e pretestuoso diniego, la Libera Caccia sta reagendo in tutte le sedi denunciando un comportamento vessatorio e punitivo che danneggia non solo i cacciatori, futuri selecontrollori formati di cinghiali ma l’economia agricola, le casse della regione, costrette a sborsare indennizzi astronomici e la stessa natura che continua a subire una pressione sempre più insostenibile da parte dei cinghiali. Risulta difficile comprendere un simile diniego che, a nostro avviso, può essere giustificato solo dalla frenesia di voler far cassa ad ogni costo sulle spalle dei cacciatori ai quali, oltre al giusto pagamento dei docenti, magari sarà chiesto di versare un “obolo” anche all’ATC.