La decisione di sospendere l’attività venatoria in tutta la Puglia dal 6 all’8 gennaio 2017 a causa dell’ondata di gelo proveniente dalla Russia non è stata affatto digerita dalle associazioni locali. Il Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambiente della Regione ha in parte rettificato il primo atto, specificando che il blocco della caccia riguarda soltanto la beccaccia, ma la polemica non si è placata. In particolare, Attilio Lorenzini, numero uno della sezione comunale di Brindisi dell’Associazione Nazionale Libera Caccia, ha espresso tutta la propria delusione.
Lorenzini ha spiegato come il mondo venatorio sia ormai tenuto in considerazione soltanto quando fa comodo. Inoltre, gli 865mila euro spesi negli ultimi mesi per una recinzione (definita “fantasma”) nel Parco delle Saline e per salvare i 120 posti di lavoro alla Santa Teresa sono stati definiti uno “scippo”. Libera Caccia Brindisi non accetta che la passione di tanta gente venga bloccata per previsioni meteorologiche inverosimili, anche perchè ultimamente non ci sarebbero mai stati riscontri.
L’atto della Regione Puglia viene considerato una punizione contro il mondo venatorio, visto che “sembra stiano preparando il terreno per una…estinzione dei cacciatori”. Lorenzini ha concluso il suo intervento con una metafora, ricordando la favola di Cappuccetto Rosso e del cacciatore che salva nonna e bambina: ora dovrebbe essere la stessa Cappuccetto Rosso a salvare i cacciatori.