Dopo tutte le amarezze e le delusioni provate in questi ultimi anni, è comprensibile che nei cacciatori subentri una sorta di scoraggiamento e monti una grande rabbia. Ciò che non è accettabile, però, è il fatto che alcuni cacciatori accusino i loro rappresentanti di tutti i torti che sono costretti a subire, specialmente durante la preparazione dei calendari venatori. In occasione di questo fondamentale appuntamento annuale assistiamo, infatti al comportamento remissivo di assessori che non hanno gli attributi per contrastare le posizioni dei soliti ben noti dirigenti che seguono l’andazzo della moda anticaccia che si respira sui giornali e nelle televisioni. Scaricare sulle associazioni venatorie queste colpe è ingiusto e diventa insopportabile se le lamentele coinvolgono anche la nostra associazione che viene accusata di non lottare abbastanza in difesa della caccia e di essersi appiattita nella Cabina di Regia.
Far parte di questa struttura interassociativa è una necessità di natura tecnica, logistica e organizzativa, e la grande importanza di questa posizione comune è sotto gli occhi di tutti, specialmente quando c’è la necessità (come è accaduto recentemente con l’ennesima proposta referendaria) di fare fronte comune contro minacce che nessuna associazione potrebbe fronteggiare da sola! Detto questo, dobbiamo però sottolineare che la nostra adesione alla Cabina di Regia non è certamente né rinunciataria né passiva ma sempre estremamente critica e attenta affinché non vadano persi i principi che sono alla base del nostro Statuto e della nostra tradizione. Purtroppo, la maggior parte dei nostri acerrimi nemici conta proprio sulla divisione e sul malcontento per poter continuare a sferrare i propri attacchi alla nostra dignità di cittadini integerrimi e rispettosi delle leggi.
Chiediamo a tutti i cacciatori di non arrendersi di fronte alle difficoltà e, soprattutto, di continuare a dare fiducia a chi non ha mai svenduto ad interessi di partito la dignità e la libertà dei cacciatori italiani. Da parte nostra confermiamo di essere pronti ad avviare una vera e dura protesta contro quelle regioni così rinunciatarie, e contro un Ispra troppo politicizzato che continua ad avere atteggiamenti anticaccia pregiudiziali di stampo più ideologico che scientifico e spesso del tutto incomprensibili (IL PRESIDENTE dell’Associazione Nazionale Libera Caccia – Paolo Sparvoli).