Caccia: Non è una prerogativa degli uccelli, eppure ad alcuni di loro riesce particolarmente bene. Tutto merito di lunghe generazioni di sperimentatori e di una natura benevola che ha regalato ai volatili grande forza, precisione e maestria.
Dopo lunghe fatiche oggi anche noi possiamo volare, ma diciamocelo chiaramente, gli uccelli lo fanno con tanta naturalezza che difficilmente riusciremo ad eguagliarli. Per quanto non tutte le specie spicchino il volo, ne esistono alcune particolarmente dotate sulle quali è inevitabile soffermarsi. I migliori. Nessun uccello vola bene come sanno fare i rapaci e fra questi il fiocco di primo della classe va necessariamente donato al falco pellegrino: è una creatura elegante e letale, in grado di piombare sulla propria preda a velocità che non si discostano poi tanto dai 250 chilometri orari. Naturalmente una prestazione di questo genere richiede un notevole dispendio energetico: è per questo che sono alla costante ricerca di prede che catturano con maestria e intelligenza sorprendente.
Altro volatile particolarmente capace nell’arte del volo è la beccaccia: in grado di dare il meglio di sé sia sulle lunghe che sulle brevi distanze, la beccaccia è dotata di una possente muscolatura che le consente, in volo, di compiere qualsiasi acrobazia. Particolarmente agile anche nel folto dei boschi è in grado di cimentarsi in improvvise accelerazioni, rapidissime sterzate e imprevedibili piombate: lo sanno bene i cacciatori che si dedicano alla cattura di quella che non a caso è stata definita regina dei boschi.
Piuttosto resistente, il rondone è in grado di attraversare ben 1000 chilometri al giorno, e non si stanca nemmeno quando è costretto a volare per ben 14 ore. Sembra che sia in grado di riposarsi ad alta quota, quasi scivolando in cielo. Secondo alcuni cade addirittura in una sorta di sonno. Impossibile non citare fra i volatori migliori il colibrì che mantenendo una inclinazione in avanti di 30 – 45 gradi sono in grado di rimanere sospesi in aria in un medesimo punto o addirittura retrocedere, compiendo evoluzioni precluse a qualsiasi volatile. Al secondo la loro tecnica di volo, particolarmente faticosa, gli consente di battere ben 80 volta le piccole ali.
Gli organi del volo. E’ la caratteristica aerodinamicità degli uccelli a consentire loro il volo: il loro corpo infatti offre poca resistenza all’aria contro la quale si imbattono e la loro leggerezza insieme con le capacità muscolari sono tutti elementi in grado di generare degli ottimi, buoni e modesti volatori. Sono principalmente le abitudini di vita a determinare un maggiore o minore sviluppo degli organi che consentono il volo. In generale l’arte del volo si è sviluppata in quei volatili che avevano necessità di fuggire, con una certa rapidità, da predatori fin troppo esigenti. La testa di un buon volatore è comunemente piccola e compatta, la muscolatura che si attacca alla gabbia toracica particolarmente forte di modo che il corpo, durante il volo, possa essere ben irrigidito per manovre sempre più precise. Le ali e le piume sono i veri organi portanti del volo: consentono non solo la messa in opera di quest’arte, ma permettono anche di direzionare con precisione il volo. Diversamente da come si reputava, la coda non è esattamente il timone degli uccelli, ma pare essere di fondamentale importanza in fase di decollo e atterraggio.
Particolarmente importanti durante il volo sono anche i sacchi aerei: sono nove e si alternano con gli organi presenti nella cavità toracica. Non solo sono indispensabili per rendere più leggero l’uccello, ma si dimostrano anche degli eccellenti serbatoi di ossigeno da sfruttare durante le manovre di volo più faticose. Insomma come succede per i buoni aerei, quando tutto è funzionante ed efficiente, i voli possono essere lunghi e sicuri. Le tecniche di volo. Se ne possono contare almeno quattro, tutte particolarmente interessanti che è bene il cacciatore a cinque stelle conosca.
Iniziamo con il volo planato, che non caratterizza esclusivamente gli uccelli ma anche altre specie. Sono in grado di planare da un ramo ad un altro alcune specie di conigli e non mancano nemmeno pesci in grado di planare fuori dall’acqua per addirittura 180 metri. Il consumo di energia richiesto dal volo planato è davvero irrisorio visto che il volatile sfrutta esclusivamente la forza di gravità e di velocità. Il volo a vela è ugualmente una tipologia di volo piuttosto rilassata, che richiede poco dispendio energetico. L’uccello sfrutta le correnti d’aria ascendenti e i venti. Ciò nonostante grazie al volo a vela è possibile coprire lunghe distanze. Si tratta di una tipologia di volo comunemente utilizzata da grandi rapaci falconiformi come ad esempio l’aquila, ma anche gli avvoltoi e la poiana. Le loro ali larghe e corte consentono grandi curvature e grande manovrabilità. Anche il falco pellegrino è un ottimo veleggiatore: alla tranquillità di questa tipologia di volo è in grado di sostituire in brevissimo temo picchiate spaventosamente rapide e letali per la propria preda. Ai veleggiatori statici si associano anche i veleggiatori dinamici in grado di sfruttare tutto il potenziale delle diverse velocità dei venti a diverse quote sul mare. E’ inoltre importante ricordare che per praticare il volo a vela è necessario disporre di ali relativamente grandi; per questo si tratta di una tecnica di volo che raramente viene utilizzata da volatili di piccola taglia.
Piuttosto interessante anche la tecnica di volo battente, anche la più diffusa fra i volatili. Si tratta di una forma di volo che impegnando grandemente i muscoli pettorali richiede un grave dispendio energetico. Non è un caso che questa muscolatura nei grandi volatori sia particolarmente sviluppata, insieme con lo sterno, sul quale la muscolatura si aggrappa. E’ importante ricordare inoltre che il volo battente richiede un costante battito di ali: a veloci colpi d’ala seguono più o meno lunghe fasi di volo durante le quali l’uccello ha le ali strette e avanza grazie alla forza di accelerazione acquisita. Infine il volo ronzato è utilizzato esclusivamente dal colibrì, piccolo e agilissimo. Il suo nome è appunto dovuto a quel caratteristico ronzio provocato dal velocissimo battito di ali.