Lo scatto con il trofeo di caccia. Accovacciato con il fucile in mano accanto a un maestoso esemplare di daino. La fotografia postata sui social ha scatenato le polemiche. E non solo. Oltre alle critiche e ai dissensi anche minacce di morte. Protagonista l’eurodeputato lecchese Pietro Fiocchi, eletto nelle fila di Fratelli d’Italia, membro della commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, eletto a Bruxelles nel 2019 e in passato presidente del consiglio di amministrazione della divisione americana della Fiocchi Munizioni, azienda specializzata nella produzione di cartucce di piccolo calibro.
«Ho presentato denuncia, posso comprendere le diverse sensibilità sul tema della caccia, ma le minacce non sono accettabili», spiega dopo essersi rivolto alla polizia postale. Un passo indietro. In visita in Bulgaria come componente della commissione speciale sulla lotta contro il cancro l’europarlamentare ha partecipato a una battuta di caccia in una riserva privata. «È una grande emozione che vorrei condividere con voi grazie a questa foto. Paesaggi incantevoli e animali magnifici, in compagnia di persone splendide», le parole che accompagnano lo scatto. Centinaia di commenti, molte critiche e insulti che lo hanno spinto a rivolgersi alle forze dell’ordine.
«La Bulgaria è piena di Covid, chissà magari c’è giustizia divina». «Prova ad andare in Afghanistan a fare il bullo col fucile», solo alcune delle frasi per cui ha sporto denuncia. E c’è chi è arrivato a minacciare di far fare a lui la fine del daino. «Sono orgoglioso di andare a caccia e di rispettarne le regole — replica Fiocchi, da sempre in prima linea nella difesa dell’attività venatoria —. È una passione che accomuna migliaia di persone in tutto il mondo, per praticarla è necessario avere la fedina penale pulita, superare accurate visite mediche e soprattutto esami selettivi».
E a chi, tra gli oltre 400 messaggi sulla sua pagina Facebook, suggerisce con educazione che forse quella foto consegnata ai social poteva essere evitata, l’eurodeputato replica: «Non ho nulla di cui pentirmi o giustificarmi. Sono orgoglioso di essere cacciatore e di appartenere a una famiglia di cacciatori da cinque generazioni. Saranno invece coloro che mi hanno infamato e minacciato a dover pagare il conto». Non è la prima volta che Fiocchi sulle sue pagine social pubblica fotografie che lo ritraggono accanto a capi appena abbattuti. «Eppure mai era accaduto quanto sta succedendo in queste ore — prosegue —.
Una macchina del fango alimentata dal tam tam sui gruppi animalisti che ha trasformato le polemiche in intimidazioni. Da condannare semmai sono i bracconieri e non chi si attiene alle regole, nel rispetto dell’ambiente che siamo chiamati a preservare. I cacciatori sono i primi a lavorare in questa direzione». Intanto però la pioggia di commenti non si ferma e c’è anche qualche consiglio pacato. «Fatevi una bella passeggiata con binocolo e macchina fotografica», scrive Franca. «Vorrei solo dire che ero in Bulgaria per l’importante progetto che come parlamento europeo stiamo portando avanti per la lotta ai tumori, l’obiettivo è ambizioso: tre milioni di morti di cancro in meno entro il 2030. Di questo però nessuno ha parlato. Non c’è solo la foto con il daino, c’è anche molto altro», conclude Pietro Fiocchi (Fonte: Corriere della Sera).