La giornata di domani, martedì 2 febbraio 2016, avrà delle ripercussioni importanti per quel che riguarda la gestione delle nutrie: come ha spiegato la Lega Anti Vivisezione (LAV) in una lettera aperta all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), le ordinanze comunali che prevedono l’abbattimento del roditore dovranno essere necessariamente ritirate perché non più legittime. In pratica, si tratta dell’effetto del Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità, il quale è stato approvato alla fine dello scorso anno. L’articolo 7 di questo testo stabilisce che la gestione delle nutrie sia conforme alle previsioni della legge nazionale per quel che riguarda la tutela della fauna selvatica.
La LAV ha parlato espressamente dell’articolo 19 della Legge 157 del 1992 (“Controllo della fauna selvatica”). Nella lettera si sottolinea come da domani le Province dovranno provvedere all’eventuale stesura di nuovi piani di controllo: in aggiunta, questi stessi piani dovranno essere redatti con la previsione di metodi incruenti come gli unici possibili. La raccomandata spedita dalla Lega Anti Vivisezione all’associazione dei comuni (nello specifico al presidente Piero Fassino) ha l’obiettivo di informare tutti i comuni e di non dimenticare una scadenza ritenuta fondamentale.
Massimo Vitturri, responsabile nazionale LAV per quel che concerne gli animali selvatici, ha auspicato la modifica delle modalità gestionali delle nutrie dal 2 febbraio come imposto dalla legge: di conseguenza, i sindaci sono costretti ad annullare le loro ordinanze “ammazza-nutrie” e fare un passo indietro in quanto non hanno più la competenza sul tema. L’articolo 19 della Legge sulla Caccia stabilisce come siano le regioni ad avere la possibilità di vietare o ridurre la caccia a determinate specie di fauna selvatica per periodi prestabiliti.
Il controllo, poi, deve essere effettuato attraverso l’utilizzo di metodi ecologici e su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica: nel caso in cui questi metodi dovessero risultare inefficaci, allora le regioni potranno autorizzare piani di abbattimento tramite guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali. Una delle principali modifiche introdotte dal Collegato Ambientale al testo è il nuovo comma dell’articolo 2 (“Oggetto della tutela”).
L’aggiunta prevede che siano escluse dalle norme legislative le talpe, i ratti, i topi, le nutrie e le arvicole, senza però escludere del tutto gli interventi di controllo oppure di eradicazione. Il problema delle nutrie sta riguardando ultimamente soprattutto la Lombardia, tanto è vero che sezione regionale della Coldiretti ha stimato la presenza di uno di questi roditori ogni dieci abitanti: il record negativo spetta a Lodi e Mantova(una nutria ogni due cittadini), ma la situazione non è migliore a Cremona (una nutria ogni tre cittadini).