Riconoscerle non è difficile tanto che solo negli anni novanta le si è finalmente definite specie sorelle eppure differenti: parliamo della lepre comune europea e della lepre italica.
Presto o tardi tutti i cacciatori inciampano, volontariamente o involontariamente nella caccia alla lepre. E’ un animale intelligente, veloce, sagace che mette alla prova le capacità venatorie anche del cacciatore dotato di grande esperienza. La sua carne è inoltre particolarmente gustosa e saporita, e la sua distribuzione sul territorio italiano è pressoché omogenea.
Sono questi tutti gli elementi che hanno determinato la smisurata passione per la lepre da parte dei cacciatori di oggi. Ma quando si parla di lepri, ovviamente ci sono da fare delle distinzioni di un certo spessore. Ovviamente si dovrà specificare se ci si riferisce alla lepre comune europea o a quella italica, che sì, sono simili, ma non per questo specie uguali. Tanto per cominciare sarà d’obbligo esaminare le differenze morfologiche, che possono informare il cacciatore sulla razza che si trova davanti. La differenza che d’impatto tutti possiamo afferrare è la netta distinzione di colorazione della pelliccia. Nella lepre italica infatti la fascia che separa la colorazione dei fianchi e del dorso grigio rossastra, da quella del ventre, bianco candido, è particolarmente netta, cosa che non può essere detta della lepre europea, dove il passaggio di colore è decisamente più sfumato. Stesso discorso è da farsi per la pelliccia che copre gli arti posteriori dei due esemplari. Il passaggio fra rossastro e bianco è netto per la lepre italica, mentre sfumato per quella europea comune. Infine la lepre europea presenta una colorazione dorsale del collo rossiccia, mentre la lepre italica è caratterizzata da una peluria grigiastra sul collo. Questi elementi aiutano il cacciatore, d’impatto, a distinguere l’una lepre dall’altra. Ovviamente per riconoscere una lepre in corsa è fondamentale grande esperienza. Anche la distribuzione delle due specie sul territorio italiano ed europeo è differente. L’europea è sostanzialmente presente in tutta Europa continentale (da qui il nome), eccezion fatta per la penisola Iberica. E’ presente inoltre anche in Palestina, Iraq e Siria. Di recente è stata introdotta forzatamente in Irlanda, nella Svezia Meridionale, nella Nuova Zelanda, in Australia e nel nord America dove ha dimostrato una grande capacità di adattamento. In Italia era presente, in origine, solo nelle regioni centro settentrionali ma ad oggi è praticamente presente ovunque sul territorio nazionale. L’introduzione a scopo venatorio ha avuto inizio fin dagli anni venti del novecento e ad oggi può dirsi praticamente completo.
La lepre italica invece ha come limite settentrionale, per la sua distribuzione, la provincia di Grosseto, più in là della quale non ha trovato il giusto habitat. A sud invece la lepre italica è presente praticamente ovunque ad eccezione della provincia di Reggio Calabria, dove sono presenti rarissimi insediamenti, difficili da scovare.
Dato che esistono sostanziali differenze di distribuzione delle due specie, è prevedibile che la lepre europea e quella italica prediligano habitat differenti. Nello specifico la lepre europea si innamorerà di ambienti aperti, praterie e steppe, e di recente si è riscontrata la tendenza alla costruzione di tane nei pressi di zone coltivate, dove durante tutto l’anno ha possibilità di procacciare buone dosi di cibo. Non a caso ad oggi, quello agricolo, è il paesaggio dove più comunemente è possibile incontrare la lepre europea. Nel giusto habitat l’europea si riproduce fra gennaio e febbraio e fra giugno e luglio e la gestazione dura non più di 42 giorni. Le figliate non superano mai i 7 cuccioli. La lepre italica, essendo stata riconosciuta di recente come specie a se stante, mantiene ancora non pochi segreti in merito alle sue abitudini ed al suo habitat. Pare comunque che ami la sedentarietà e necessiti di aree vitali davvero piccole. Qualora condivida il proprio habitat con la lepre europea, entrambe frequentano gli stessi “pascoli” e in linea di massima la specie italica preferisce frequentare le aree di pastura dopo il tramonto. Di norma la propria tana si trova proprio nei dintorni di queste zone.
Anche nel caso della lepre italica l’habitat ideale è rappresentato dalle radure, meglio se coltivate e movimentate dalla presenza di cespugli e boschi. Non sarà improbabile trovare la tana della lepre italica nei pressi di aree cerealicole, di vigneti, di uliveti, di mandorleti ma anche di agrumeti. Diversamente dalla lepre europea, le femmine di lepre italica possono riprodursi in ottobre, novembre, dicembre e gennaio e in media ogni parto da alla luce 3 cuccioli. Fra le cause di mortalità che maggiormente insidiano entrambe le specie ricordiamo la European Brown Hare Syndrome (EBHS), virale e letale, oramai riscontrata in tutta Europa. Inoltre entrambe le specie sono oggetto della predazione da parte di volpi, cani selvatici e da pastore. Non meno rilevanti sono le morti causate da incidenti stradali.
Articolo molto interessante ed approfondito. Sarebbe stato utile specificare di piú le differenze morfologiche tra le due specie come ad esempio peso e dimensioni e se esiste la possibilita di incroci in natura che possano portare a una contaminazione genetica delle due specie.