La notizia dell’approvazione, trasversale tra le forze politiche, di un emendamento che destina ben mezzo milione di euro alla sterilizzazione dei cinghiali ci lascia di stucco. Anche un solo euro “sciupato”, di questi tempi, è un cazzotto dato ai poveri. Destinarne centinaia di migliaia per sperimentare la cattura e la sterilizzazione dei cinghiali è una offesa a chi fatica ad arrivare a fine mese. Non c’è documento scientifico che accrediti un valore alla “sterilizzazione”, nemmeno l’Ispra ha mai dato credito a questa pratica. Oltretutto, quale sarà l’impatto di queste onerose inoculazioni sulle altre specie selvatiche, lupo in primis? E sull’uomo in caso di consumo di selvaggina? Non è dato saperlo.
L’importante è alimentare un teatrino, già di sapore elettorale, rivolgendosi a platee di cittadini ai quali è negata qualsivoglia informazione scientifica da chi ha il controllo della comunicazione. Prima o poi si dovrà tornare alle urne e i cittadini sapranno senz’altro valutare. Lamentarsi dell’astensione è un rito folcloristico, i cittadini delle aree rurali hanno tutte le ragioni di sostenerla. Ma non solo di cinghiali si parla in questa manovra, dove ogni forza politica sembra prevedere una bandierina da piantare per compiacere gli animalisti. Infatti, sembra sia previsto il divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di animali utilizzati per ricavarne pelliccia.
Che ben 2.000.000 di euro saranno destinati alla prevenzione del randagismo, 7.000.000 alla costruzione di rifugi, 1 milione per la sterilizzazione degli animali di proprietà e più di 4 milioni andranno al fondo del Mite per il recupero della fauna selvatica. A questi ultimi stanziamenti non siamo pregiudizialmente contrari, ma si può essere certi che la nostra vigilanza, sull’uso di questi fondi e sui risultati di tanto impegno economico, sarà alta e costante (Fonte: Arci Caccia).