Caccia al Cinghiale: A Lecco bisogna fare prevenzione per evitare una eccessiva diffusione degli ungulati.
«PER IL MOMENTO nella nostra provincia la situazione non è ancora così grave ma bisogna fare prevenzione per evitare la loro diffusione». Così Luciano Spadaccini, che da 43 anni organizza i corsi di abilitazione della Federcaccia Lecco, commenta la notizia della presenza di cinghiali sul territorio, oggetto di un convegno che la Provincia ha tenuto lo scorso sabato. «Nella nostra zona ci sono stati avvistamenti sporadici in Val Boazzo e a Colico e altri due sono stati abbattuti in Valvarrone – continua Spadaccini -. Si trattava di animali appena immessi per questo è stato più facile prenderli. Il problema maggiore riguarda la zona del Triangolo lariano dove si sta già mobilitando la Provincia di Como».
IL PROBLEMA evidenziato da alcuni esperti del settore è che anche a stagione aperta non tutti i possessori del tesserino possono cimentarsi nella caccia a questo pericoloso animale. «Secondo le disposizioni nella nostra provincia – spiega Spadaccini – i cinghiali sono cacciabili solo in selezione con carabina a palla, al contrario di quanto avviene nelle vicine province, come facciamo per il capriolo. Si tratta quindi di una caccia selezionata. A questo si aggiunge il fatto che non tutti possono cacciare i cinghiali. Serve infatti un corso apposito con relativo esame. Si parte prima con il corso per cacciatore esperto, poi da accompagnatore e infine quello per poter cacciare gli ungulati. Sono però alcuni anni che la Provincia non organizza i corsi e proprio nei giorni scorsi abbiamo fatto richiesta per poterli tenere noi della Federcaccia. Si tratta di corsi con normativa che vale per tutta la Regione. Intanto stiamo tenendo quelli per l’abilitazione venatoria».
LA SOLUZIONE migliore però è quella di tenere sotto costante controllo la diffusione degli ungulati. «È meglio prevenire il problema con azioni di monitoraggio – sottolinea Spadaccini – per intervenire dove ci sono le immissioni. Alcune persone liberano nei nostri boschi questi animali, per la maggior parte comprati in Toscana, per il divertimento della caccia. Questi sono un danno per la fauna alpina perchè sono onnivori. Senza contare i danni alle coltivazioni per migliaia di euro». I tesserini rilasciati in provincia di Lecco sono 2.400 della Federcaccia più 300 di altre associazioni.
Chiara Erba
Fonte: Il Giorno