Caccia in Puglia: Cacciatori Salentini scontenti per alcune aree venatorie presto ridotte per far spazio al fotovoltaico.
I cacciatori salentini lamentano che le aree di macchia riservate all’attività venatoria sono state e saranno ridotte per far spazio agli insediamenti fotovoltaici. Difatti, una miriade di aziende, molte delle quali straniere, trovano conveniente investire in Puglia nel fotovoltaico e nell’eolico industriali, visto e considerato che la legge regionale relativa alla produzione di energia da fonti rinnovabili, prima in Italia propone delle agevolazioni nelle fasi d’insediamento, ma tutto ciò si sta dimostrando tremendamente devastante per il territorio, deturpato, nel frattempo, da pannelli solari ed enormi generatori eolici.
Le associazioni ambientaliste, proprio per questo, stanno denunciando il reato di disastro ambientale perpetrato indiscriminatamente su questo territorio. La sezione regionale di Italia nostra ha dato incarico a propri legali di notificare diffide agli amministratori dei comuni del grande Salento (province di Lecce, Brindisi e Taranto) affinché sospendano le autorizzazioni per impianti a energia eolica, fotovoltaica e a biomassa, a forte impatto ambientale, finora concesse con disinvoltura anche su aree aventi vincoli paesaggistici. «Si spaccia un’attività che parrebbe positiva, poiché riguarda l’energia rinnovabile, con operazioni che di fatto sono altamente speculative, dice Marcello Seclì, presidente di Italia nostra-sud Salento. In realtà vi sono in gioco interessi sovranazionali, di imprese che investono in quest’ambito grossi capitali col solo intento di riciclare denaro sporco. Le imprese provengono quasi tutte dal centro-nord Europa; se ce ne sono di locali, si tratta di intermediarie, di semplici prestanome. Il sud Italia è ancora terra di frontiera da usare e sfruttare».