Non si placa il dibattito sulla “statua della porchetta” comparsa nei giorni scorsi al centro di piazza San Giovanni della Malva, nel cuore di Trastevere. Dopo le proteste e le richieste di rimozione, le associazioni animaliste sono passate alle vie legali, con l’Aidaa – Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente – che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti contro la “porchetta di pietra”. “Abbiamo inviato una segnalazione alla Corte dei Conti della Regione Lazio per chiedere di verificare se questa storia della statua sia costata soldi pubblici e se eventuale tale spesa è da considerare indispensabile in un momento simile e con la situazione debitoria in cui versa la città di Roma”, si legge in una nota dell’Aidaa, che attacca: “Ci chiediamo se in una città dove non si coprono le buche, dove i bus prendono fuoco e dove rifiuti invadono le strade, siano stati speri dei danari pubblici per pubblicizzare la triste e macabra statua del maiale morto, della quale chiediamo la immediata rimozione”.
Le associazioni animaliste si erano schierate compatte, sin dal primo momento, contro la “porchetta di pietra”, spingendo la presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi, a intervenire: “Stiamo parlando dell’opera di un giovane romano, studente presso una scuola di alta formazione, che ha voluto proporre la sua riflessione in forma artistica su un cibo che fa parte della tradizione gastronomica popolare e che richiama alla convivialità e allo stare insieme – ha spiegato – Solo una delle otto proposte di giovani artisti – valutate da una Commissione di esperti – che fanno parte del progetto Piazze Romane promosso dal Municipio insieme a Ruafa, con l’idea di portare l’arte contemporanea nelle piazze già riqualificate con i progetti del Bando Roma sei Mia e offrire ai giovani un palcoscenico importante e una momento di visibilità”.
Alfonsi ha quindi sottolineato che “il nostro ruolo di amministratori pubblici era semplicemente quello di creare un’opportunità, senza giudicare in alcun modo il percorso di creatività artistica sottostante a ciascuna delle opere proposte e senza dare giudizi estetici preventivi”. Una spiegazione che non è bastata alle associazioni animaliste, che hanno segnalato di avere ricevuto numerose telefonate da parte di cittadini offesi dall’opera e hanno ribadito la richiesta: rimozione immediata. Ed è arrivata anche una petizione online lanciata da Daniele Diaco, consigliere pentastellato e presidente della commissione Ambiente, che ha definito l’opera “una statua di un cadavere nel mezzo di Trastevere”, installata “per volontà del Municipio I”: la petizione a oggi è arrivata a quasi 3.500 firme sulle 2.000 fissate inizialmente.
“Nelle intenzioni di Sabrina Alfonsi e Giuseppa Urso, rispettivamente presidente e assessora alla Rigenerazione urbana del Municipio Roma 1, la statua dovrebbe celebrare una tradizione romana andata perduta, l’atto aggregativo e itinerante del consumare il cibo all’aperto – aveva detto la Lav – ma l’opera offende la sensibilità di circa trecentomila romani vegani e vegetariani che in essa vedono un insulto al valore della vita degli animali esseri senzienti, al loro sacrificio forzato in nome di una preferenza alimentare nemmeno necessaria ma solo egoistica. La Lav critica altresì la scelta di concedere il patrocinio all’iniziativa da parte del Comune di Roma e i Ministeri dei Beni Culturali e del Turismo» (Roma Today).