La Federcaccia regionale della Toscana ha fornito alcune indicazioni utili sulla corretta detenzione delle armi. Difesa personale, tiro sportivo o caccia: l’evoluzione normativa in questo ambito sta avendo un trend negativo e la diligenza per quel che riguarda la custodia è un terreno che l’associazione venatoria considera molto scivoloso. Le previsioni future non lasciano sperare nulla di buono, anzi ci dovrebbero essere nuove restrizioni e un aumento della burocrazia. Qualche notizia positiva, invece, è giunta da una serie di sentenze. Il Tribunale di Firenze, ad esempio, ha assolto due imputati dalle ipotesi di reato, visto che uno dei due non utilizzava la diligenza necessaria. Fucili, carabine e sovrapposti erano regolarmente denunciati, ma erano stati custoditi in un vano aperto dell’abitazione, accesibile a tutti.
L’uomo era solito detenere le proprie armi all’interno di una apposita fuciliera a muro, di fattura tradizionale, aperta sul davanti. All’interno ogni fucile era assicurato all’altro e alla struttura mediante una catena chiusa con un apposito lucchetto. Si tratta di una modalità di conservazione rispettosa di quel criterio di diligenza dettato dalla norma penale. Evidente, difatti, che chiunque si fosse voluto impossessare di uno dei fucili avrebbe dovuto preventivamente aprire il lucchetto previa sottrazione della chiave ovvero previa scassinatura. Non si può dunque parlare di mancanza di diligenza, essendo evidente che la persona in questione aveva adottato adeguate cautele, volte ad evitare l’impossessamento delle proprie armi.
L’affermazione degli agenti che detti fucili avrebbero dovuto essere conservati all’interno di un armadietto blindato ancorato al muro non regge: nessuna norma, difatti, prescrive un simile accorgimento per il detentore non professionale di armi. La circostanza, poi, che al momento del controllo la fuciliera fosse aperta e uno dei fucili risultasse poggiato a terra, non cambia la sostanza delle cose. Nel caso di specie il fucile non viene rinvenuto presso un altro comune, o quantomeno presso una diversa frazione o località del medesimo, ma semplicemente all’interno di un locale chiuso a chiave, ad uso cantina o stanza di sgombero, adiacente all’abitazione dell’imputato quale pertinenza e dallo stesso condotto in locazione, al pari dell’abitazione medesima, mediante un unico contratto di locazione.
Per tutti questi reati contestati ai due cacciatori, che avevano prodotto fra l’altro effetti quali la denuncia ed il sequestro delle armi detenute, infine vi è stata la piena assoluzione dei reati ascritti da parte del Tribunale di Firenze in quanto il fatto non sussiste, disponendo così anche il dissequestro e la restituzione delle armi agli aventi diritto.