Il Natural Environment Research Council ha condotto uno studio sugli uccelli migratori che è stato pubblicato sul Journal of Animal Ecology e che contiene conclusioni davvero interessanti. I ricercatori scozzesi hanno esaminato moltissime specie in tutto il mondo, analizzando i dati fino a tre secoli fa. In base a quanto rilevato, questi volatili stanno raggiungendo le zone estive di riproduzione in anticipo, circa 24 ore prima per ogni grado in più di temperatura.
Non è un dettaglio di poco conto, visto che questi uccelli devono giungere al momento giusto, nè in anticipo nè in ritardo, altrimenti si rischia di perdere cibo e luoghi di nidificazione. Gli uccelli migratori esaminati sono stati sia quelli che percorrono distanze molto lunghe (rondini e balie nere) che brevi (la pavoncella ad esempio).
Si è già precisato che i dati risalgono anche al ‘700 e in effetti gli studiosi hanno analizzato persino le note degli appassionati e degli scienziati dilettanti del passato. Questi volatili sono molto sensibili all’aumento delle temperature, di conseguenza non sono poche le difficoltà che si incontrano nel raggiungere i luoghi in cui nidificare. La ricerca ritornerà utile per intuire il passo migratorio delle varie specie e in che modo riescono ad adeguarsi alle condizioni meteorologiche mutate.