Chiusura della stagione venatoria
La LAV (Lega Anti Vivisezione) è intervenuta nelle ultime ore per fare il punto in occasione della chiusura della stagione venatoria 2023-2024. Ecco quanto riportato dall’associazione animalista: “Come ogni anno il bilancio delle vittime di doppiette, carabine e archi è impossibile, ma stimato in decine di milioni di animali uccisi per soddisfare il sanguinario passatempo di una risicata minoranza di cittadini. È impossibile conoscere il numero di animali realmente uccisi perché la rendicontazione è lasciata nelle mani degli stessi cacciatori e ciò crea un evidente conflitto d’interesse che svuota di ogni valore i dati riportati nei tesserini venatori. Ma se la caccia degli animali selvatici è temporaneamente sospesa fino alla terza domenica di settembre, quando aprirà la prossima stagione venatoria, quello che non è affatto terminato è l’assalto della politica alle pur minime norme poste a tutela degli animali selvatici“.
Il ruolo dei ministeri
La nota prosegue: “La compagine filo-venatoria, ampiamente rappresentata nella maggioranza parlamentare ma anche nell’opposizione, continua il suo lavoro di demolizione dei principi cardine della Legge quadro nazionale sulla tutela della fauna selvatica, aiutata in questo da un Ministro dell’agricoltura al pieno servizio delle associazioni venatorie e agricole e da un Ministro dell’Ambiente che da quando si è insediato si trova in costante stato di coma vigile. A causa dell’esecuzione dei piani di controllo faunistico redatti dalle Regioni, l’attività dei cacciatori è costante tutto l’anno. Volpi, cornacchie, gazze, ghiandaie, sono uccise a decine di migliaia, mentre non tocca sorte migliore ai cinghiali, perseguitati con il pretesto del contrasto alla diffusione della Peste Suina Africana, nel 2024 cadranno in 612.000 sotto i colpi dei cacciatori, eufemisticamente ribattezzati “bioregolatori” dal Commissario straordinario alla PSA. La situazione è drammatica oramai ci troviamo in un regime di caccia permanente che non potrà che peggiorare ulteriormente a seguito del più grande attacco mai sferrato nei confronti della fauna selvatica, avviato con l’approvazione del famigerato emendamento caccia selvaggia che ora consente l’ingresso dei cacciatori anche in parchi e città“.
La risposta della LAV
La LAV ha poi aggiunto: “Il convegno organizzato da LAV per il 22 febbraio presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato, nel quale presenteremo la ricerca “La tutela degli animali nel nuovo articolo 9 della Costituzione”, rappresenta la nostra risposta: chiederemo l’intervento del Quirinale perché il legislatore sia richiamato al pieno rispetto dell’articolo 9 della Costituzione, quindi degli animali e del loro ambiente“.