“Animali inermi”
La LAV (Lega Anti Vivisezione) ha diffuso una nota in cui si legge la contrarietà dell’associazione al piano di controllo della nutria in Liguria. Questo il punto di vista: “Il piano dispone l’uccisione degli animali con armi da fuoco, ad aria compressa e addirittura nelle camere a gas, senza limiti numerici, un vero e proprio stermino deciso a tavolino dalla Regione contro inermi animali, colpevoli solo di voler vivere. La Regione non ha sostanzialmente posto limiti agli strumenti e ai periodi nei quali uccidere questi animali, originari del Sud America e introdotti nel nostro Paese all’inizio del secolo scorso dall’industria delle pellicce. Un’industria che negli anni ha fatto affari d’oro sulla loro pelle per poi disfarsene, liberandole sul territorio, quando la pelliccia è diventata un indumento fuori moda”.
Punti di vista
Massimo Vitturi, responsabile area animali selvatici della Lega, ha aggiunto: “È inaccettabile che le nutrie vengano uccise a milioni ogni anno perché accusate di creare danni agli argini, mentre ai pellicciai, che le hanno introdotte sul nostro territorio, non venga chiesto conto dei danni da loro creati sfruttando quegli animali. Le nutrie non hanno alcuna responsabilità, adottano solo comportamenti necessari a garantire la loro sopravvivenza. È il loro sfruttamento, l’averle considerate come oggetti dai quali trarre profitto che ha determinato la situazione odierna”.
Soluzioni alternative
La nota della LAV si conclude così: “Invece di sprecare tempo e denaro per uccidere crudelmente migliaia di animali, chiediamo alla Regione Liguria di individuare metodi incruenti di controllo numerico delle nutrie, è infatti lo stesso Regolamento europeo, citato dalla Regione per giustificare l’adozione del piano ammazzanutrie, che prevede l’utilizzo di metodi non letali”.