La LAV (Lega Anti Vivisezione) ha pubblicato una nota per commentare la situazione romana relativa ai cinghiali, criticando aspramente un episodio avvenuto pochi giorni fa. Ecco cosa si legge nel comunicato: “Siamo sconcertati da quanto accaduto qualche giorno fa a Vigna Clara, quartiere nord di Roma. Un cinghiale pacifico, amato e conosciuto dagli abitanti della zona, che lo avevano soprannominato Poldo, è stato narcotizzato, portato via e successivamente abbattuto”, è quanto dichiara Anna L. Cavalli, responsabile della Sede LAV di Roma, in merito alla notizia della morte del cinghiale Poldo. L’animale era solito avvicinarsi al centro abitato in cerca di cibo, provenendo dall’area protetta della Riserva dell’Insugherata.
Sabato mattina era sdraiato nell’area verde di via del Podismo quando gli agenti della municipale con i servizi veterinari, intervenuti sul posto, hanno attivato il protocollo “ammazza-cinghiali”. Il caso di Poldo riporta alla memoria l’uccisione tragica e ingiustificata di una mamma cinghiale e dei suoi piccoli avvenuta nel 2020 nel parco Mario Moderni, in via della Cava Aurelia, nonostante le forti proteste dei cittadini. Senza l’adozione di provvedimenti adeguati che escludano il ricorso alle uccisioni, la presenza dei cinghiali a Roma continuerà ad essere un problema irrisolto.
I cinghiali si spingono in città alla ricerca del cibo, attratti dai rifiuti che non vengono raccolti regolarmente. Serve un vero programma di prevenzione con pulizia delle strade, recinzione dei parchi e avvio di un progetto di studio sull’immunocontraccezione. Non possiamo permettere che la questione cinghiali venga affrontata con l’abbattimento degli animali. Ci chiediamo a che punto è la ridefinizione promessa dell’inutile in parte, dannoso per l’altra parte, Protocollo di intesa cosiddetto “Ammazza-cinghiali” del 2019, firmato da Regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale, e approvato dall’Assemblea Capitolina.
È urgente avviare un tavolo di confronto tra associazioni animaliste, Comune e Regione al fine di sospendere il protocollo d’intesa “Ammazza-cinghiali”. Chiederemo il referto dell’esame autoptico del cinghiale ucciso. Al di là degli evidenti e chiari aspetti etici, andrebbe anche considerato che le politiche di abbattimento non hanno prodotto il risultato prefissato del contenimento numerico dei cinghiali. Uccidendo gli adulti di questi animali s’innesca una risposta compensativa nella fertilità. Gli esemplari aumentano di numero e si disperdono sul territorio. Servono soluzioni civili e incruente. Ribadiamo il no alle uccisioni“.