È già stato chiarito che le lezioni cominceranno soltanto dopo aver raggiunto il numero minimo di partecipanti, cioè 15. Il numero massimo consentito, invece, è 50. Sono stati preparati diversi moduli, dunque vale la pena approfondire gli argomenti che saranno trattati. Anzitutto, si inizierà con un quadro normativo nazionale e regionale per quel che riguarda la gestione faunistico-venatoria degli ungulati, senza dimenticare gli interventi di miglioramento ambientale, le catture e le reintroduzioni.
Non mancheranno i concetti di ecologia applicata, oltre ai principi e ai metodi generali per stimare le popolazioni delle tre specie dal punto di vista quantitativo. I censimenti e le stime sull’abbondanza, i metodi diretti e indiretti di prelievo e le modalità di applicazione ai casi concreti avranno altrettanto spazio nel corso. I moduli riguardano poi i singoli ungulati. Per i caprioli, i daini e i mufloni si scopriranno quindi il riconoscimento in natura delle classi e le età, ma anche l’ecologia e la biologia della specie.
Molto interessante sarà la lezione dedicata alla tecnica del prelievo, di conseguenza si approfondiranno i temi legati alle armi, alle munizioni, le norme di sicurezza, la balistica, la reazione al tiro, la valutazione degli effetti del tiro e il recupero dei capi feriti attraverso il cane da traccia. L’Ambito Territoriale di Caccia alessandrino ha pensato inoltre a una esercitazione pratica di maneggio e di tiro con le armi a canna rigata e dotate di ottica di mira: i cacciatori verranno testati nella prova di tiro su un bersaglio fisso a cento metri, ma ci sarà anche una esercitazione pratica su come bisogna trattare i capi abbattuti.
Infine, vanno ricordate le lezioni relative al trattamento delle spoglie, le norme sanitarie e le modalità di redazione delle schede di abbattimento; l’esame scritto (due sessioni di quiz a risposta multipla) è previsto per il 29 marzo, mentre quello orale è stato fissato al 5 aprile e verterà sul riconoscimento del sesso degli ungulati e delle classi di età.